I Beatles scrivono il futuro della musica: 1 giugno 1967, esce l’album Sgt. Pepper's

Il disco, uno dei capisaldi della cultura popolare del secolo scorso, ha rivoluzionato la musica cambiandone le sorti nella storia

La copertina del disco (foto Ansa)

La copertina del disco (foto Ansa)

Firenze, 1 giugno 2023 – Era il 1 giugno del 1967 quando uscì in Inghilterra l'ottavo album dei Beatles "Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band". Il disco, uno dei primi concept album del rock, è diventato tra i più famosi album della storia della musica. Secondo le stime delle vendite, è riuscito a totalizzare oltre 32 milioni di copie vendute. L’album si presenta come uno dei capisaldi della cultura popolare del secolo scorso. "Sgt. Pepper" nasce con due intenti precisi: il primo è rispondere a "Pet Sounds", il capolavoro di Brian Wilson che, sviluppando i concetti del "Wall of Sound" di Phil Spector, aveva sorpreso il mondo con un nuovo modo di intendere il pop orchestrale. Il secondo era realizzare un album impossibile da eseguire dal vivo (almeno all'epoca). Stanchi di suonare in tournée dai ritmi infernali, in concerti dove le performance erano coperte dalle urla dei fan, stressati da infelici giri di concerti in Giappone, Filippine e Stati Uniti, decisero (il più riluttante ad accettare l'idea di non suonare più dal vivo fu Paul McCartney) di dedicarsi solo al lavoro in studio che da allora, grazie alla collaborazione di George Martin, diventerà il loro strumento principale. Il lavoro su "Sgt. Pepper" comincia con un errore clamoroso ("il più grande della mia carriera", lo ha definito Martin): eliminare dall'album "Strawberry Fields Forever" e "Penny Lane", registrate nelle stesse session e pubblicate, come detto prima, solo su 45 giri, per soddisfare le richieste della Emi che voleva un singolo. Il resto è la cronaca di una avventura che ha aperto le porte al futuro della musica. Dal punto di vista della band, l'album vede Paul McCartney in una posizione di deciso controllo: sua è l'idea di creare la band fittizia del Sgt Pepper, un ensemble edoardiano che costituiva un vero e proprio alter ego del gruppo. Così come sue sono le idee alla base delle session che, cosa non gradita agli altri tre, non si svolsero come la performance di una band, ma come una lunga serie di idee musicali, che coprono un range espressivo impressionante per varietà, messe insieme grazie a una serie di accorgimenti tecnici che hanno rivoluzionato le tecniche di registrazione, seguendo le intuizioni geniali di George Martin e di Ken Townsend, l'ingegnare del suono che, tra le tante trovate, sincronizzò due registratori a quattro piste, arrivando così a lavorare su otto piste quando in Inghilterra quella macchina ancora non esisteva. Ci sono volute più di 700 ore di lavoro in studio per completare l'album in cui è stata utilizzata anche un'orchestra di 40 elementi: un mix di suoni e voci mai sentito prima, con le tracce legate l'una all'altra a rimarcare l'idea del concept album, già anticipata dal Frank Zappa di "Freak Out", l'altro modello dichiarato del progetto. "Sgt. Pepper" è la celebrazione del matrimonio perfetto tra creatività musicale e invenzione tecnologica: i Beatles cercavano suoni che non erano mai stati suonati, effetti mai sentiti, sovraincisioni, rallentamenti, accelerazioni, dissonanze, cut up. Martin e il team di ingegneri si preoccupavano di trovare il modo di trasformarli in realtà. A tutto questo si aggiunge la copertina, realizzata da Peter Blake e Jann Haworth, con la collaborazione di Robert Fraser e del fotografo Michael Cooper. I Beatles, con le loro divise edoardiane, sono dietro una gran cassa con su scritto "Sgt Pepper", la scritta Beatles composta di fiori e un collage di persone famose come, tra i tanti, Bob Dylan, Oliver Hardy, Marlene Dietrich, Marlon Brando, Marylin Monroe, Oscar Wilde, Lewis Carroll, Dylan Thomas. All'interno anche inserti con le immagini ritagliabili del Sergente Pepper. Un capolavoro di un'epoca d'oro in cui anche le copertine erano opere d'arte. Nasce oggi Marilyn Monroe nata il 1 giugno del 1926 a Los Angeles. La diva delle dive quando morì aveva solo 36 anni, ed era nel pieno di una carriera inarrestabile e della sua bellezza. Ha detto: “Lascio agli altri la convinzione di essere i migliori: tengo per me la certezza che nella vita si può sempre migliorare”.