
Beatrice Rana (foto Simon Fowler)
Firenze, 9 novembre 2019 - In poco tempo è diventata una realtà importante del pianismo internazionale. Beatrice Rana, 26 anni, torna sabato 9 a Firenze per la stagione degli Amici della Musica (Teatro della Pergola, ore 16, www.amicimusicafirenze.it) dopo aver appena pubblicato il suo ultimo disco per la Warner dedicato a Maurice Ravel e Igor Stravinskij. Di quest'ultimo proporrà i "Tre movimenti da Petruska" inclusi nel disco. La prima parte è invece dedicata a Frederyck Chopin (Studi op. 25) e Isaac Albéniz (Iberia).
Partiamo dal disco, come è nata l'idea di proporre questi due grandi del Novecento?
"Il repertorio è contestualizzato a un periodo preciso: quello precedente alla scoppio della prima guerra mondiale, con eccezione de La Valse di Ravel scritta al termine del confitto. I brani raccontano il cambiamento dal clima della Belle époque al quello della tragedia che si respirava a Parigi. Qui erano giunti Stravisnkij dalla Russia e Ravel dai Paesi Baschi portando due universi di colori differenti ma complementari, come il ritmo della musica per balletto e l'impressionismo francese.
Tre dei quattro brani sono per orchestra trascritti per pianoforte. Questo ha condizionato la sua interpretazione?
"C'è un'ispirazione orchestrale che si percepisce anche nella trascrizione. Affrontando queste pagine ho comunque pensato di essere io in prima persona a gestire il flusso musicale ed essere il direttore d'orchestra di me stessa senza gli strumenti".
"Miroirs" di Ravel è posto all'inizio del disco. Non si tratta di un brano d'impatto ritmico come spesso succede nelle prime tracce dei cd.
"E' stata una scelta precisa. "Miroirs" fornisce una nuova chiave di lettura delle sonorità pianistiche. Una suite dallo scenario inedito che prepara il terreno anche agli altri brani del disco dove compare la danza ma anche situazioni drammatiche come quella del burattino Petrushka, la cui vicenda è tipicamente umana".
Oltre a suonare, lei organizza anche una rassegna. Come le è venuta questa idea?
"ClassicheFORME è un festival nato per la necessità di creare qualcosa che non fosse legato a un programma da concerto. Nel mio lavoro viaggio tanto e incontro molti musicisti: mi piace portarli nella mia terra, che è un posto bellissimo. Ritengo giusto fare qualcosa per il Salento".
Lei ha una sorella violoncellista, Ludovica. Vi capita di suonare insieme?
"Si, lo facciamo già e stiamo preparando un tour in Nordamerica. Lei è impegnata a tempo pieno nella musica da camera ed è difficile trovare il tempo per incontrarci e provare. D'altra parte se decido di affrontare il repertorio cameristico preferisco farlo con una persona che conosco bene, oltre al fatto che sia una musicista eccellente".