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'La lunga notte' di Bruno Arcieri

Il nuovo romanzo di Leonardo Gori

La copertina de 'La lunga notte' di Leonardo Gori, realizzata da Francesco Chiacchio

Firenze, 30 ottobre 2021 - La giornata prometteva bene. La luce era entrata nella camera da letto “con gentilezza”. Sì, aveva pronunciato proprio questa espressione dentro di sé, e per quanto Marie dormisse profondamente accanto a lui, si alzò, incamminandosi decisamente verso la cucina per farsi una macchinetta intera di caffè.

Ne aveva avvitati di surrogati durante la guerra, soprattutto durante i giorni che avevano preceduto e seguito la stagione del disonore,  che trovava nella dichiarazione di Cassibile la cima e al tempo stesso il punto di caduta, vetta e abisso.

Il colonnello Bruno Arcieri, ora in pensione, progettava e “fiutava”, ma in modo diverso. Quello che era una sorta di istinto affinato nel corso degli anni come ufficiale dei servizi segreti, aveva preso un altro indirizzo. E infatti lo risentiva a tratti quel profumo, ne sorrideva e gli mancava: “Quello è un vero agente segreto”. Indossò un cappotto pesante, lasciò un biglietto sul tavolo della cucina, e uscì. Risalì lentamente via Ricasoli e svoltò all'altezza di via dei Pucci per andare in via Martelli e raggiungere quella piazza attraversata miliardi di volte dai suoi cittadini e che era un'arca di memoria e di bellezza. Ma per capirlo bisognava fermarsi. Anche per questo - e perché a quell'ora girava solo qualche mezzo pubblico – si sedette sugli scalini di Santa Maria del Fiore, come un ragazzo. Indugiò con lo sguardo verso il battistero e poi risentì ancora quel profumo, quell'agente segreto, rivedendo se stesso, di spalle, con Elena Contini, la corona bionda dei suoi capelli, e l'alone che accarezzava l'olfatto.

Preso da quelle apparizioni e dissolvenze si chiese dove si nascondesse il segreto delle cose essenziali e come fosse ancorato al desiderio di perpetuarle. Un po' a fatica si rialzò e tornò a casa. Fece pianissimo. C'era ancora silenzio. Ne approfittò e andò alla scrivania. Tirò fuori un piccolo quaderno, su cui aveva cominciato ad annotare aforismi, frasi ascoltate, espressioni che lo avevano colpito, e scrisse: “Per quanto breve purché sia vero e ancora e ancora”.

Brevissime per arco di tempo e terribilmente essenziali erano state le giornate che avevano preceduto l'armistizio di Cassibile, nel settembre del 1943, quando Bruno Arcieri si era trovato coinvolto in un disperato tentativo di dare un'altra piega agli eventi, il cui esito era stato ben intuito da Elena Contini. Leonardo Gori lo ricostruisce ne 'La lunga notte' (Tea), nuovo tassello delle storie del suo personaggio più noto e amato, chiamato a scegliere da che parte stare di fronte alle domande della Storia. Chiude il volume il racconto 'La regola del gioco'.

Michele Brancale