MICHELE BRANCALE
Cultura e spettacoli

Quando si muovono "i nostri gemelli di riserva"

Le poesie stranianti di Guglielmo Aprile

Guglielmo Aprile (immagine da Atelier Poesia)

Firenze, 31 agosto 2022 - Alla scoperta della bellissima parola scritta “dalla mano del cielo”. Guglielmo Aprile (1978), vive tra Napoli e Verona. in 'Farsi amica la notte' (Ladolfi editore), sceglie come punto di fuga per lo sviluppo delle sue composizioni, il tema dello “straniamento”, che può investire la vita delle persone quando avvertono una “crepa nel cuore delle cose”. A quel punto si rischia di appartarsi, anche stando in mezzo a tante persone, e si verifica una sorta di “sdoppiamento”: “Non siamo noi che viviamo ma i nostri/ doppi, i nostri gemelli/ di riserva, che solo esteriormente/ ci somigliano, e a un occhio poco attento”. Qualcosa di duro e freddissimo “preme sotto il costato;/ il sommergibile c'è il serio rischio/ che non abbia più forze per riemergere,/ mentre noi siamo frivoli e distratti,/ il buio in fondo a tutte le vie urla”.

Su questi due poli di comportamento (straniamento e sdoppiamento) incide “la penuria di informazioni certe,/ di prove oltre il sospetto”. Al senso di perdita che Aprile interpreta nella forma di “scatoloni ammassati, da cui pendono/ stracci, spuntano grucce”, dietro le giostre allestite in un piazzale, fa da contraltare una speranza per cui bisogna alzare lo sguardo. Lassù ci sono “le onniscienti”: “Le stelle sanno ogni cosa di noi:/ data e luogo, e ciò che ci verrà in mente/ in quella circostanza estrema ed intima/ - è solo per pietà se sono mute”. Il buio è vero ma può sparire. C'è da cogliere qualche segno, come la trama che “sospendono i piccioni/ nel vuoto, da un cornicione all'opposto,/ la parola che la mano del cielo/ scrive e già in pochi minuti cancella,/ che non significa niente e bellissima”.