
Il Professor Giovanni Cipriani
Firenze, 13 marzo 2021- “Cosimo II de’ Medici, un giovane granduca illuminato”, questo il titolo della video conferenza promossa dal Lions Club Firenze Dante Alighieri, in occasione del 400° anniversario della morte del IV Granduca di Toscana. Relatore il Professor Giovanni Cipriani che, alla presenza del Presidente della II Circoscrizione Lorenzo Signorini, della Presidente della Zona D Eletta Meucci, oltre a numerosi soci e interessati, ha ricordato un personaggio di “grande importanza ma poco valorizzato”, del quale “nessuno ha mai scritto una biografia”. «Salito al trono appena diciannovenne -spiega Cipriani- il granduca visse solo 31 anni. Favorito da un’educazione aperta con ampie conoscenze in tutti i campi. Oltre allo studio di alcune lingue, Cosimo si appassionò, in particolare, alle discipline scientifiche.
La sua grande amicizia con Galileo, il suo incoraggiamento ed il suo aiuto nel sostenere la teoria copernicana eliocentrica, favorirono il “progresso della scienza”. Aperto all’Oriente, il Granduca cercò di allargare i rapporti diplomatici e commerciali invitando a Firenze l’emiro libanese Fakhr al-Din il quale -sottolinea il Professore- fu stregato dal Giardino di Boboli e lo volle ricostruire nel suo paese, con l’aiuto delle maestranze specializzate inviate dal granduca. Interessato all’etruscologia, Cosimo II commissionò allo storico scozzese Thomas Dempster un’opera sugli Etruschi (De Etruria Regali Libri Septem), che tutt'oggi viene considerata il primo studio importante di quella civiltà, ovvero uno degli elementi cardine della storia toscana». «Sono diversi gli anniversari che ricorrono nel 2021 in Italia e nel mondo -ha sottolineato il presidente del Lions Firenze Dante Alighieri Francesco Prosperi-, dai 700 anni della morte di Dante Alighieri al bicentenario di quella di Napoleone Bonaparte, dal passaggio della capitale del Regno d’Italia da Firenze a Roma (1871) all’attentato alle Torri gemelle del World Trade Center di New York del 2001. Con il suo video intervento il professor Giovanni Cipriani, già docente di Storia Moderna presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Firenze e socio onorario del Club, ha voluto ricordare però il 400° anniversario della morte di Cosimo II, un personaggio poco conosciuto ma di grande importanza storica. Col noto magistero, l’arguzia, la facezia e l’ironia che gli sono propri, Cipriani ci ha parlato delle sue ricerche su questo personaggio, figlio di Ferdinando I de’ Medici e di Cristina di Lorena, salito al trono appena diciannovenne e vissuto solo trentuno anni (pare che, affetto da tubercolosi, morisse di enteroperitonite tubercolare). Favorito da un’educazione aperta con ampie conoscenze in tutti i campi, Cosimo si appassionò in particolare alle discipline scientifiche: tra il 1605 e il 1608 ebbe come precettore Galileo Galilei col quale instaurò una grande amicizia, “importantissima per la storia della scienza”».
«Alla morte del padre nel 1609 -puntualizza infatti Cipriani- il giovane Cosimo, appena diciannovenne, saliva al trono. Convinse Galileo Galilei (che da diciotto anni insegnava a Padova in un clima di relativa tolleranza religiosa garantito dalla Repubblica di Venezia) a rientrare in Toscana, offrendogli una cattedra all’Università di Pisa, senza obbligo di lezioni e lo nominò Filosofo e Matematico di corte. In onore del Granduca, Galileo chiamò “medicea sidera” (stelle medicee) i quattro satelliti che girano intorno a Giove da lui scoperti (osservando che anche i pianeti possono avere dei satelliti) e gli dedicò anche il “Sidereus Nuncius” (annuncio delle stelle). Grazie al determinato intervento di Cosimo II ed alla nomina come giudice del Cardinale Roberto Bellarmino di Montepulciano, Galileo fu salvato una prima volta dalla condanna del Tribunale dell’Inquisizione, in quanto accusato di essere sostenitore della teoria copernicana eliocentrica sul moto dei corpi celesti, in opposizione alla teoria geocentrica sostenuta dalla Chiesa cattolica.
Come è noto Galileo, nonostante il sostegno di Ferdinando II, successore di Cosimo II, dopo la pubblicazione del Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo (peraltro dedicato al granduca) nel 1633 non riuscirà a salvarsi: sarà costretto ad abiurare pubblicamente le proprie tesi, con una condanna agli arresti domiciliari a vita, in una villa di Arcetri dove, cieco, resterà fino alla morte».
Nel corso della conferenza viene ricordato che fra le varie opere volute da Cosimo II fu progettato dal Buontalenti il grande porticato dell’ingresso dell’Ospedale di Santa Maria Nuova e fu costruita la Loggia del Grano. Personalmente attento ai bisogni delle sue comunità, il Granduca effettuava frequenti viaggi ed era attivo in campo sociale. Il professor Cipriani non ha mancato di raccontare un simpatico aneddoto legato al “mestiere più antico del mondo”; all’epoca, la professione era libera e veniva tutelata dall’Ufficio dell’Onestà, dove affluivano anche le tasse di esercizio delle prostitute (costrette ad indossare segni di riconoscimento di colore giallo) che, in parte, venivano passate al Monastero delle Convertite (nell’attuale via de’ Serragli) e ad altri conventi per il sostentamento delle donne pentite, malate o anziane.
Caterina Ceccuti