Vertenze in Toscana, la mappa delle crisi: situazione in bilico per 15.000 lavoratori

Fabiani (consigliere Giani): "Agli imprenditori chiediamo senso di responsabilità. La formazione? Fattore sempre più decisivo"

Firenze, 13 gennaio 2023 - "La Toscana ha appeal economico. E’ vero: le conseguenze della pandemia e del conflitto in Ucraina si fanno sentire anche qui. Ma il tessuto imprenditoriale ha una sua vitalità e ha pure la capacità di attirare investitori da fuori regione grazie alla presenza dei vari distretti e delle produzioni storiche. Il Panno del Casentino, ad esempio, prima ha visto l’interesse della Casa Reale inglese, poi la manifattura è stata salvata dal Lanificio Bellandi di Prato. Dove, appunto, il distretto tessile fa la differenza". A parlare è Valerio Fabiani, consigliere per il lavoro del presidente della Regione Eugenio Giani. Al momento in Toscana ci sono 59 tavoli di crisi aperti. Ventidue di questi rappresentano casi risolti, 9 sono riferiti a vicende in transizione, mentre 15 vertenze sono ancora aperte e 13 si trovano in fase di monitoraggio, per un totale di circa 14.700 lavoratori coinvolti.

Fabiani, quali sono le iniziative messe in campo per favorire la riconversione delle realtà imprenditoriali in bilico?

"Accanto al principio della libertà imprenditoriale chiediamo agli imprenditori il rispetto della responsabilità sociale. Se l’azienda è intenzionata a smobilitare, deve farsi carico di alcune conseguenze importanti, ad esempio l’impatto delle proprie decisioni sulla forza lavoro, e favorire le condizioni per dare nuova vita al sito produttivo".

Quanto è importante la formazione del personale per arrivare alla riconversione?

"Direi è fondamentale. Per esempio, nel settore dell’automotive, che sta attraversando una fase di trasformazione, con le aziende Vitesco di Pisa e Magna di Livorno finite sotto i riflettori. Come Regione mettiamo a disposizione bandi per la formazione continua e voucher formativi, oltre a favorire l’accesso al fondo nazionale per le nuove competenze".

Ci sono situazoni risolte di cui è particolarmente soddisfatto?

"Un esempio virtuoso è rappresentato dalla Gilbarco, che a Firenze ha chiuso un settore produttivo e poi si è fatta carico di tutti i dipendenti rimasti senza lavoro tutelando anche i somministrati. A Marradi, nella vertenza dell’Ortofrutticola del Mugello, sono stati tutelati 64 lavoratori stagionali. In questi ultimi due casi, fra l’altro, siamo riusciti a individuare tutele importanti per i lavoratori atipici. Per quanto riguarda l’ex Cementificio Testi di Greve in Chianti, la proprietà si è impegnata a cercare nuovi investitori per il sito".

Altre situazioni risolte positivamente?

"Quella della Cooperativa di Legnaia dove operano 100 addetti, ma anche la Perini Navi di Viareggio con 70 addetti e l’Oma di Massa che conta 200 addetti. Stessi numeri per la Ids di Pisa. Proprio in queste ore stiamo chiudendo l’accordo per salvare Mondo Verde di Scarperia: l’azienda è fallita ma c’è un nuovo proprietario e sono stati scongiurati i 15 licenziamenti".

Invece quali sono le principali situazioni in transizione?

"Per la Fimer di Terranuova Bracciolini, azienda con 400 addetti più l’indotto che opera nel campo delle rinnovabili, siamo alla fase di concordato preventivo e a marzo è previsto il pronunciamento dei creditori sul piano presentato dall’azienda per il rilancio. Per la Ex Alival a Ponte Buggianese dopo i una trattiva serrata si è arrivati a un accordo con tutte le sigle sindacali e adesso si tenta la reindustrializzazione del sito".

In transizione anche l’ex Beckaert?

"Sì, la ferita è ancora aperta. L’attività della Regione, però, non si è fermata ai 110 lavoratori licenziati, dei quali solo 24 sono oggi da ricollocare, e nemmeno al processo di reindustrializzazione dell’area. Al momento c’è un nuovo player che ha sottoscritto un preliminare per l’acquisizione del sito. Inoltre la Regione ha favorito il passaggio di 60 lavoratori alla Laika di San Casciano, un’operazione innovativa in cui siamo intervenuti con incentivi per la ricollocazione e riorganizzando il servizio di trasporto pubblico locale".

Le situazioni più critiche?

"La Venator di Scarlino con 250 dipendenti e altrettanti nell’indotto. Ma anche le Acciaierie Piombino con i suoi 1.800 addetti più l’indotto che rientrano in una crisi più grande, quella del settore della siderurgia. Poi c’è la Sanac di Massa, legata alla situazione dell’ex Ilva di Taranto. E la Gkn di Campi dove stiamo provando lo strumento dello scouting pubblico per la ricerca di investitori alternativi all’attuale proprietario".