Firenze, giallo delle valigie: il Ris al lavoro un giorno intero, isolati dei reperti

Sopralluoghi in via Felice Fontana, dove la coppia potrebbe essere stata uccisa, e in via del Pantano

I Ris durante il sopralluogo (New Press Photo)

I Ris durante il sopralluogo (New Press Photo)

Firenze, 23 dicembre 2020 - E' terminato intorno alle 17.30 il sopralluogo dei carabinieri del Ris (Reparto Investigazioni Scientifiche) nell'ambito delle indagini per il duplice omicidio dei coniugi Pasho, i cui resti sono stati trovati in alcune valigie lo scorso 10 dicembre. I carabinieri sono rimasti a lungo in via Fontana. Praticamente per tutta la giornata, dal mattino. Il Ris è rientrato "a Roma con delle tracce repertate la cui natura sarà stabilita da accertamenti che si effettueranno nei laboratori a Roma. I risultati stabiliranno se sono tracce utili ai fini dell'indagine", dicono fonti dei carabinieri.

Un momento del sopralluogo del Ris

Il personale del Reparto di investigazioni scientifiche dell'Arma dei carabinieri è arrivato nella mattina di mercoledì 23 dicembre nell'appartamento di via Felice Fontana, nel quartiere fiorentino di Novoli, dove viveva Elona Kalesha, la 36enne albanese, ex compagna di Taulant Pasho, figlio dei coniugi albanesi uccisi e fatti a pezzi, Shpetim e Tauta Pasho, i cui resti sono stati ritrovati nei giorni scorsi in quattro valigie.

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Elona Kalesha è stata arrestata ieri mattina dai carabinieri su ordine del pubblico ministero Ornella Galeotti con l'accusa di omicidio, occultamento e vilipendio di cadavere. L'arrestata era da sola in casa al momento dell'esecuzione del provvedimento. Kalesha si è avvalsa della facoltà di non rispondere durante l'interrogatorio del pm e poi è stata portata in carcere in attesa della convalida del fermo da parte del gip. L'appartamento è stato sottoposto a sequestro e stamani è stato oggetto di un sopralluogo da parte del Ris. Gli investigatori sospettano che i coniugi Pasho siano stati uccisi in questa abitazione, dove Shpetim e Tauta erano stati ospitati all'epoca dalla compagna del figlio Taulant. La donna non avrebbe agito da sola ma con l'aiuto di altri complici, al momento ignoti.

I miliari dell'Arma, coordinati dal tenente colonnello Carmine Rosciano, avrebbero raccolto più testimonianze sul giallo della sparizione dei Pasho nel novembre 2015. All'epoca i condomini avrebbero trovarono l'androne imbrattato di una sostanza appiccicosa che emanava un odore nauseabondo.

"Una mattina - ha detto un'inquilina ai carabinieri secondo quanto riferisce 'La Nazione' - tornai dal supermercato e mi accorsi di questo puzzo di carne marcia. Vidi una donna giovane che stava uscendo da lì con in mano delle buste di carta dalle quali usciva una sostanza che sgocciolava sul pavimento, io le dissi 'o icché c'è un morto?' perché ero disturbata da questo fetore. Lei continuando a sistemare queste buste rientrò dentro l'appartamento e riuscì trascinando un trolley e mentre riprendeva in mano le buste di carta mi disse 'signora si è rotta una damigiana di vino' e io le dissi 'altro che vino, questo è odore di ciccia andata a male'. Poi questa signora, senza rispondermi e anche seccata, uscì dal portone e la vidi che gettava le buste di carta che sgocciolavano nel cassonetto di fronte a casa e se ne andò con il trolley". Il sopralluogo dei Ris sarà poi esteso all'abitazione e al garage in via del Pantano, nei pressi del carcere di Sollicciano, dove Kalesha ha convissuto con Taulant Pasho, attualmente in carcere in Svizzera.