Vaccino covid, il cambio di marcia di Draghi: addio progetto Primula, in campo l'Esercito

La lotta al coronavirus è primaria e il presidente del Consiglio lo sottolinea. Somministrazione in palazzetti e stazioni. Pronti anche 300mila volontari

Un centro vaccinale

Un centro vaccinale

Roma, 17 febbraio 2021 - Addio al progetto Primula, in campo Esercito e Protezione Civile. Il presidente del Consiglio Draghi cambia passo sulla vaccinazione, uno dei fondamenti del suo programma. La lotta al coronavirus non conosce pause e l'azione di Governo, fa capire il premier, sarà incisiva. Soprattutto nella somministrazione, affinché sia veloce e copra una fascia sempre più ampia di popolazione. Niente più Primule, quelle strutture a fiori, quei padiglioni lanciati dal commissario straordinario Arcuri nelle scorse settimane, nell'ultima parte del Governo Conte. 

Al via subito le riunioni operative 

Sono state chiare le parole del premier in Senato. Draghi ha ribadito che l'immunizzazione di massa degli italiani è la «prima sfida» per il governo del Paese. Il presidente del Consiglio ha parlato della necessità di essere rapidi ed efficienti, del «dovere» di utilizzare tutto ciò che l'Italia ha a disposizione per proteggere i suoi cittadini e già nei prossimi giorni ci saranno una serie di incontri per definire le linee del piano organizzativo e logistico.

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Tema centrale: le forniture regolari

Il piano di Draghi per l'immunizzazione non può che essere strettamente vincolato alla fornitura dei vaccini: senza dosi, la campagna non può partire. La strategia si muoverà dunque su due piani, quello nazionale e quello quello europeo, dove l'Italia sarà convinta sostenitrice della linea adottata finora da Bruxelles per gli acquisti centralizzati, ribadita anche oggi dalla presidente Ursula von der Leyen che ha messo in guardia chi si muove fuori dal quadro Ue: «C'è zero garanzia, è estremamente rischioso».

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Esercito in campo e vaccinazioni nei palazzetti

Dunque addio alle Primule disegnate dall'architetto Stefano Boeri, che al momento nessuna regione ha richiesto, e spazio a caserme, palazzetti, fiere ma anche a luoghi come la stazione Termini e la Nuvola di Fuksas a Roma, gli spazi nei centri commerciali. E, ovviamente, i drive trough della Difesa, che saranno riconvertiti a centri vaccinale. Il primo aprirà nelle prossime ore alla Cecchignola a Roma. «La Difesa c'è sempre e lavora con la concretezza dei fatti - ha detto il ministro della Difesa Lorenzo Guerini - daremo tutto il supporto richiesto».

Ad aprile la vera vaccinazione di massa

I numeri, almeno per quanto riguarda il nostro paese, sono limitati: l'ultima previsione di Arcuri indicava 14 milioni di dosi entro la fine di marzo, sufficienti per completare la vaccinazione del personale sanitario, Rsa e over 80 ma non certo per la campagna di massa. Quella dovrebbe partire ad aprile: nel secondo trimestre sono previste 64,5 milioni di dosi, un terzo da Astrazeneca.

Ok per Astrazeneca fino ai 65 anni

E proprio in serata si è appreso del via libera dalla Commissione tecnico-scientifica dell'Agenzia italiana del farmaco alla possibilità di somministrare il vaccino di AstraZeneca ai soggetti fino ai 65 anni di età in buone condizioni di salute. Alle persone più anziane o fragili andranno invece somministrati i vaccini di Pfizer e Moderna. La circolare del ministero che recepisce le nuove indicazioni dovrebbe uscire venerdì prossimo.

Obbiettivo: 500mila vaccinati al giorno

L'obiettivo del ministero della Salute è di arrivare a 500mila vaccinati al giorno, 6 milioni di italiani al mese, utilizzando soprattutto medici di base e pediatri. Ma per centrarlo servirà anche altro. Tra palazzo Chigi e la struttura del Commissario per l'Emergenza Domenico Arcuri ci sono già stati dei contatti, che si intensificheranno nei prossimi giorni. Ad Arcuri dovrebbe rimanere la parte relativa agli acquisti mentre la struttura commissariale dovrebbe essere sgravata per ciò che concerne logistica e distribuzione.

Torna in campo la Protezione Civile

Un cambio di passo che rimette in gioco la Protezione Civile, un sistema che ha al suo interno tutte le strutture dello Stato, dalle forze di polizia alle forze armate, dai rappresentanti dei servizi essenziali alle associazioni di volontariato e che garantisce quel coordinamento necessario - attraverso il Comitato operativo in cui siedono tutti i soggetti coinvolti - a far sì che la gestione dell'emergenza si muova su un'unica linea operativa.

Pronti 300mila volontari

Al Dipartimento stanno predisponendo un dossier per Palazzo Chigi, indicando possibilità di intervento e disponibilità, a partire dai 300mila volontari in tutta Italia immediatamente attivabili. Volontari che potranno essere utilizzati sia per l'allestimento dei centri vaccinali e le eventuali tensostrutture, sia per la parte sanitaria. La Croce Rossa ad esempio, che fa parte del sistema, oggi fornisce per il Centro a Fiumicino 30 medici al giorno su sue turni, che possono arrivare a 40 quando l'hub sarà a regime e potrà effettuare tremila vaccinazioni al giorno. Uno schema che potrebbe essere replicato a livello nazionale.