
Massicci investimenti della Regione Toscana per migliorare le strutture e le attività di base e negli ospedali
Firenze, 26 febbraio 2019 - La Toscana rilancia. Grazie ai bilanci in ordine, alle buone pratiche e al recupero di ingenti somme di denaro sulla spesa farmaceutica che punta all’appropriatezza (con ben 15 milioni riguadagnati nei soli primi due mesi del 2019), la Regione sta per varare un piano quadriennale di investimenti nella sanità pubblica per un miliardo e mezzo di euro. Finanziamenti che concorreranno alla riqualificazione delle strutture esistenti (ospedali e presidi sanitari) e all’acquisto di tecnologie sempre più all’avanguardia – per le quali la Toscana è al top della classifica delle regioni italiane – che rimetteranno in moto il mercato del lavoro, creando oltre 5.000 nuovi posti di lavoro all’anno: ma con una stima complessiva nel quadriennio che, se si comprende l’indotto, sfiora i 30.000.
Da dove arrivano i soldi? Già coperto il finanziamento regionale di 900 milioni, che si aggiungerà ai 150 per cui la Regione accenderà, in un triennio, mutui trentennali, scaglionati in tre tranche da 50 milioni all’anno, mentre 250 milioni arriveranno da trasferimenti statali: e qui siamo a un miliardo e 300 milioni. Altri 100 saranno raggranellati considerando i ribassi d’asta, mentre gli ulteriori 100 potranno arrivare dalla valorizzazione per eventuali vendite di immobili.
Una quota al ribasso, quest’ultima, già che la Regione, nei bilanci, ha iscritto a beni disponibili dalle alienazioni 184 milioni (su una stima immobiliare fatta dai tecnici dell’Agenzia delle Entrate di 300 milioni), su un totale di patrimonio immobiliare complessivo della sanità toscana di oltre 3 miliardi di euro. Non si svendono, dunque, i gioielli di famiglia, visto che la quota di alienazioni resta inscritta nel 6% dei beni di proprietà.
I soldi saranno destinati alle tre aziende sanitarie alle tre aziende ospedaliero universitarie del Granducato. Tra i finanziamenti più ingenti, quasi 90 milioni andranno in acquisto di attrezzature sanitarie, circa 70 per arredi, tecnologie informatiche, automezzi e ausili. Poi 250 milioni saranno necessari per il completamento del trasferimento dell’ospedale Santa Chiara a Cisanello (Pisa) e i necessari lavori, 18 milioni per la realizzazione della palazzina del Nuovo ospedale di Prato, 29 milioni per la ristrutturazione (seconda fase del secondo lotto) dell’ospedale San Giuseppe di Empoli, 29 milioni per la riqualificazione dell’ospedale e la realizzazione del nuovo pronto soccorso di Ponte a Niccheri, a Firenze, circa 30 milioni per la riorganizzazione e l’ampliamento del Cto e delle Chirurgie generali (padiglione F) di Careggi, circa 30 milioni per l’ospedale di Pontedera, 17 milioni per la realizzazione del nuovo blocco operatorio e delle sale di emodinamica all’Ospedale del Cuore di Massa.
Ma gli interventi di riqualificazione sono moltissimi. E la Regione rivendica, anche se al momento non è previsto, in caso di realizzazioni con la modalità del project financing (pubblico-privato), come già avvenuto per i nuovi ospedali, la limitazione della presenza del privato al 25%. «Consegnare edifici della sanità pubblica ai privati con partecipazioni al 50% sarebbe troppo: una tendenziale privatizzazione – spiega il presidente della Regione, Enrico Rossi – Contenemmo con la riassegnazione dell’appalto ciò che era stato esternalizzato e su questa linea andremo avanti».
Il Piano di investimenti, che presto sarà adottato dalla giunta, è stato condiviso con le diverse aziende sanitarie dall’assessore regionale alla Sanità, Stefania Saccardi, recependo le varie esigenze dai singoli territori, e raccogliendo le istanze ricevute dai consiglieri regionali in contatto con i sindaci delle varie zone della Toscana.
«Gli investimenti per mettere gli operatori sanitari in condizione di lavorare bene è la prima cosa che dovrebbe fare la buona politica – dice il governatore toscano Rossi – siamo la Regione che più ha investito in sanità e tecnologie: 3 miliardi e mezzo nel recente passato». «Se la sanità pubblica in Toscana funziona è anche perché abbiamo fatto questo sforzo che ha dato un contributo agli investimenti pubblici, rimasti, invece, bloccati un po’ ovunque», conclude Rossi.
E ora dunque la Toscana mira più in alto. Un milione e mezzo per rinnovare strutture e tecnologie per una sanità migliore.