CHIARA GABRIELLI
Cronaca

Strage di Suviana, chi sono gli indagati: non sono tutti dirigenti di Enel

Avvisi di garanzia a cinque persone tredici mesi dopo l’esplosione nella centrale di Bargi in cui morirono sette persone. Le ipotesi: omicidio colposo sul lavoro plurimo, disastro colposo e lesioni colpose

Strage di Suviana, chi sono gli indagati: non sono tutti dirigenti di Enel

Bologna, 9 maggio 2025 – I cinque indagati per la strage di Suviana, o almeno una parte di questi, sono dirigenti dell’area Centro Nord di Enel Green Power, con specifica competenza sul sito di Suviana e sull’appalto.

Strage di Suviana, gli indagati. Sono dirigenti di Enel Green Power con competenza su sito e appalto
Vigili del fuoco al lavoro dopo l’esplosione alla centrale di Bargi, nell’aprile 2024

Lo si apprende dopo che, mercoledì, era emersa la svolta dell’inchiesta della Procura di Bologna, con l’iscrizione di cinque persone al registro degli indagati, in vista di un accertamento irripetibile in partenza a breve nella centrale idroelettrica di Bargi. Qui, il 9 aprile 2024, alle 15, una tremenda esplosione uccise sette lavoratori, tecnici specializzati che si stavano occupando del collaudo a un generatore, al nono piano sottoterra della centrale, a circa 60 metri di profondità. Altri otto lavoratori rimasero feriti.

E ora, tredici mesi dopo, sono stati iscritti i nomi di coloro che, per Enel Green Power, ricoprivano le posizioni interessate dalla gestione di Suviana e dell’appalto. I cinque indagati potrebbero non essere tutti di Enel. Un atto dovuto, quello dell’iscrizione degli indagati, in vista di un accertamento irripetibile nel sito di Bargi che deve essere disposto. Toccherà quindi ai tecnici stabilire le cause di quella tragedia, tramite immersioni ad hoc per recuperare parti di impianto con i ‘cervelli elettronici’, banche dati che potranno fornire delle informazioni in più. Operazioni, queste, molto complesse, anche per le condizioni del sito, che è ancora in buona parte allagato.

Cosa successe esattamente è ancora tutto da capire. I familiari delle vittime e i feriti attendono risposte, chiedono giustizia e verità.

Quel giorno, in seguito allo scoppio della turbina numero due, in quella tomba di acqua e fuoco morirono Adriano Scandellari, 57 anni, di Ponte San Nicolò (Padova); Paolo Casiraghi, milanese di 59 anni; Alessandro D’Andrea, 37 anni, originario di Forcoli (Pisa); Vincenzo Garzillo, napoletano di 68 anni; Pavel Petronel Tanase, 45 anni, romeno, residente nel Torinese; Mario Pisani, tarantino di 64 anni; e Vincenzo Franchina, messinese di 35 anni.

Tra i feriti, anche tre ragazzi dell’Appennino bolognese: Leonardo Raffreddato, di Camugnano, Nicholas Bernardini, di Gaggio Montano, e Jonathan Andrisano, di Castiglione.