Toscana, stop alla chirurgia programmata. Servono letti per i pazienti Covid

Via alla riconversione dei reparti negli ospedali dell’Asl Toscana centro. Careggi trasforma le tre Medicine in degenze per malati con il virus. E’ la terza volta che in un anno si bloccano gli interventi non urgenti

Il governatore Eugenio Giani e il dg Rocco Damone

Il governatore Eugenio Giani e il dg Rocco Damone

Firenze, 15 marzo 2021 - La Toscana potrebbe essere al picco della ripresa della seconda ondata della curva epidemica. I nuovi positivi registrati nella settimana che si è chiusa ieri (8-14 marzo) sono stati 8.531, con una differenza rispetto alla precedente di 315, un incremento del 3,8% e un coefficiente di crescita di 1.03. Dati che indicano una ridotta crescita che mostra un appiattimento della curva dei contagi. La Toscana è su un plateau che si conferma nei dati dei contagi quotidiani, una media di 1.300, a eccezione del lunedì 8 marzo e del martedì 9, 1.000 e 1.001 nuovi positivi ma con meno tamponi effettuati.

Tuttavia i numeri sono ancora importanti e gli ospedali in piena sofferenza. Cosa che potrebbe sembrare, ma in realtà non è in contraddizione con il raffreddamento della curva dei contagi: il numero dei ricoveri aumenta a circa due settimane di distanza dall’incremento dei contagi. E purtroppo crescerà anche il numero dei decessi nelle prossime settimane.

Ormai gli ospedali dell’Asl Toscana centro sono al limite della capienza: superato il 40% di pazienti Covid negli oltre 1.500 letti per l’assistenza – la soglia d’occupazione considerata limite per la tenuta del sistema: ieri 641 persone nei reparti di degenza Covid, 91 in terapia intensiva, 391 ospitati nei letti di cure intermedie. Si cerca di fare spazio: ma i ricoverati per altre patologie sono tutti pazienti complessi non in grado di essere dimessi. Già cancellati gli interventi in week e day surgery, si bloccano anche gli interventi programmati per patologie meno gravi, perché c’è la necessità di convertire i reparti di chirurgia in degenze Covid.

In una riunione d’urgenza ieri sera fra i direttori generali delle Asl e delle aziende ospedaliero universitarie, il governatore Eugenio Giani e l’assessore regionale alla Salute Simone Bezzini, hanno stabilito le misure necessarie ad affrontare le prossime due settimane che saranno ancora critiche per la tenuta del sistema ospedaliero.

Careggi ha già dato il via alla riorganizzazione della Medicina interna 2 diretta da Alessandro Morettini. Poi, in rapida sequenza, con il tempo necessario però a liberare i letti dai pazienti no Covid presenti, toccherà alla Medicina interna 1 guidata da Carlo Nozzoli e alla Medicina interna 3 diretta da Loredana Poggesi. Una rivoluzione che si ripete per la terza volta in un anno. Anche Careggi è costretta a ridurre i volumi dell’attività chirurgica, anche per la penuria di anestesisti costretti a supportare i pazienti Covid in terapia intensiva. Careggi, che può contare su 1.265 posti letto, dovrà accogliere pazienti anche di Empoli, Prato e Pistoia dove gli ospedali hanno ormai superato i limiti di capienza.