Leggono poco e stanno al cellulare più di tre ore al giorno: ecco gli stili di vita dei giovani toscani

La terza ricerca sui ragazzi in Toscana ha coinvolto 15mila studenti

L'analisi ha coinvolto 15mila studenti (foto di repertorio)

L'analisi ha coinvolto 15mila studenti (foto di repertorio)

Firenze, 20 novembre 2023 - I giovani toscani promuovono a pieni voti il rapporto con le famiglie, percepite come punti di riferimento e luoghi emotivi dove si sta al sicuro, mentre mostrano limitato interesse a partecipare ad attività di organizzazioni collettive e quando avviene predominano le associazioni di ispirazione religiosa a discapito di istituzioni e politica. Giudicano soddisfacente nella maggior parte dei casi la loro esperienza scolastica, anche perché è in quell’ambito che nascono le loro amicizie, ma dedicano poco tempo alla lettura dei libri e tantissimo alla virtualità: il 68 per cento usa lo smartphone per un minimo di tre ore al giorno. I social diventano un punto di contatto e di incontro, ma anche di violenza ed aggressività, più a discapito di ragazze che ragazzi. È quanto emerge dalla terza ricerca sugli stili di vita delle ragazze e dei ragazzi in Toscana, promossa dalla Regione Toscana, in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale per la Toscana e il Centro di documentazione per l’infanzia e l’adolescenza presso l’Istituto degli Innocenti di Firenze. L’analisi è stata presentata all’istituto in occasione della Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. “Ma in questa giornata il nostro pensiero va soprattutto a tutti quei bambini e adolescenti che vivono questa fase così importante della loro vita - spiega l’assessora regionale alle politiche sociali, Serena Spinelli - in una condizione di criticità e fragilità: In Toscana sono poco meno di 25mila gli under 18 in carico ai servizi sociali, a causa di ostacoli e difficoltà nel loro percorso di crescita. Così come deve imporre di interrogarsi a tutta la società il dato sulla presenza in Italia di 1 milione e 270mila minori in condizione di povertà assoluta, che per questo rischiano di vedere il loro futuro gravemente compromesso”. L’analisi ha coinvolto circa 15mila studenti delle scuole secondarie di primo e di secondo grado (tra gli 11 e i 17 anni) su tutto il territorio regionale: complessivamente vi hanno collaborato 183 scuole e circa 800 classi. Il rapporto analizza vari aspetti della vita dei giovani: dagli interessi, alle relazioni, dalla scuola, alla famiglia, dal tempo libero ai timori per il futuro.

Su una scala da 1 a 10, il grado di soddisfacimento espresso dai ragazzi sul rapporto con i genitori si attesta in media a 8 (8,3 per i maschi e 7,6 per le femmine). Le ragazze e i ragazzi si sentono supportati e confortati sia dal padre che dalla madre, in un contesto di dialogo e disponibilità ormai lontano dal modello di genitori distanti e da un’idea di adolescenza intesa come fase di ribellione. La soddisfazione subisce una leggera flessione con il crescere dell’età: i più piccoli attribuiscono un voto medio pari all’8,3, più alto rispetto al 7,6 attribuito dai più grandi. Dal capitolo dedicato alla scuola emerge che le ragazze delle scuole secondarie di I grado sono quelle a cui piace di più il proprio istituto: il 76% indica “mi piace molto” o “mi piace abbastanza”, a fronte del 72% dei coetanei maschi. Con l’aumentare dell’età il gradimento per la scuola diminuisce e la stessa percentuale scende al 65% (-11%) per le ragazze e al 62% (-10%) per i ragazzi. Il 67% degli studenti individua la scuola come il contesto primario in cui creare nuove amicizie, ma si configura anche come il contesto in cui si è maggiormente esposti a violenza verbale e psicologica (56%). Quello dei maltrattamenti o delle offese online intese come messaggi offensivi, prese in giro in privato e /o su chat di gruppo o sui social è un fenomeno che trasversalmente tocca i preadolescenti e gli adolescenti in maniera analoga e mediamente interessa poco più del 20% delle ragazze dei ragazzi. In particolare l’oggetto delle offese più indicato, tra chi ha subito o assistito a questi atti di bullismo, è l’aspetto fisico, il 52% delle ragazze e il 38% dei ragazzi.

Sul fronte del tempo libero emerge che tra i ragazzi toscani c’è una scarsa frequentazione di gruppi e associazioni, pari al 22% e di questi il 56% lo fa in un contesto di ispirazione religiosa, seguono con il 42% i gruppi musicali e giovanili come gli scout. Il 75% dei giovani pratica sport, l’8% in modo saltuario e il 67% in maniera continuativa (cioè almeno una volta a settimana), mentre un significativo 25% non pratica nessuno sport. La maggior parte dei ragazzi non ha letto alcun libro non scolastico nell’ultimo anno e tra chi ha dedicato il proprio tempo libero alla lettura, il numero di libri letti difficilmente supera la soglia di due. Il cellulare è decisamente lo strumento più utilizzato: il 38% lo utilizza più di quattro ore al giorno, percentuale che sale addirittura al 68% per chi lo utilizza giornalmente per più di tre ore. Percentuali che per i più grandi delle secondarie di II grado salgono rispettivamente al 51% e all’84% e ancor di più nel caso delle femmine: il 58% lo usa per più di quattro ore, e l’89% per più di tre. Tra i giovani due su tre dichiarano di avere molte amicizie e la frequentazione tra i ragazzi “di persona” è piuttosto assidua (soprattutto nella fascia 11-13 anni), anche se un ruolo importante viene giocato però anche dai canali social (WhatsApp, Telegram, Instagram), soprattutto tra i più grandi. In generale, la soddisfazione complessiva rispetto ai rapporti amicali è confortante, e su una scala che va da 1 a 10, la valutazione media è di 8,1 per i maschi e a 7,8 per le femmine. Rispetto al futuro, al primo posto tra le preoccupazioni dei giovani si colloca “la crisi economica e la mancanza di lavoro” (44%), a cui seguono “la situazione ambientale” (41%) e “le guerre” (37%). Emerge tra le ragazze e i ragazzi una evidente preoccupazione diffusa in merito alla guerra in Ucraina, il 75% dice di essere “molto” o “abbastanza” preoccupato. Oltre la metà di loro dichiara di non avere mai affrontato il tema della transizione ecologica (55%). Riguardo al benessere psicofisico, su una scala che va da 1 a 10, i giovani ritengono lo psicologo una figura potenzialmente per loro utile (punteggio 6,8), soprattutto le femmine più grandi. Nel complesso, a prescindere dall’età, poco meno di un terzo delle ragazze e dei ragazzi si è rivolto a psicologi, con una leggera maggiore frequenza da parte delle femmine (34%) rispetto ai maschi (25%).