Le 10 spiagge ancora incontaminate in Toscana che forse non conoscevi

Oasi naturali, calette e arenili poco frequentati, scogliere e isole: le ultime spiagge selvagge

Cala Violina

Cala Violina

Firenze, 4 agosto 2022 - Quanta confusione sulla litoranea, canta Elisa nel tormentone di questa estate. Se la movida e le code sui viali a mare di Livorno o le lunghe strisciate di bagni attrezzati della Versilia non fanno per voi, in Toscana c’è comunque ampia possibilità di fare il bagno circondati dalla natura, con una relativa tranquillità. Certo, in questo caldo agosto difficilmente avrete la spiaggia per voi, e il fine settimana sarà praticamente impossibile ovunque. Però queste sono alcune delle spiagge toscane più naturali e incontaminate che potete trovare. Ne abbiamo selezionate dieci, partendo da sud:

1) I tomboli dell’Argentario

I tomboli sono lunghe lingue di terra che connettono quella che altrimenti sarebbe un’isola alla terraferma, e si formano generalmente per i detriti portati nei lunghi tempi geologici da un fiume. È questo il caso del Monte Argentario e di Orbetello, uniti da due lunghe strisce di sabbia create dal fiume Albegna: la Giannella a nord e la Feniglia a sud. Nel mezzo, la laguna di Orbetello, nota per i suoi allevamenti di p’esci pregiati e in parte riserva naturale. Così come è riserva naturale la Duna di Feniglia, attraversata per tutta la lunghezza da una pista ciclopedonale sterrata, con vari sentieri di accesso al mare. La Giannella,  invece è attraversata dalla provinciale e si presenta più  votata al turismo da famiglie, seppure non aggressivo, con residence, camping, ristoranti, ma rimangono comunque ampi spazi verdi e sentieri per passeggiate. Inoltre la spiaggia sabbiosa è lunga sei chilometri: insomma, spazio ce n’è per tutti.

2) Cala del Gesso – Argentario

Finiti i tomboli, arriviamo sul Monte Argentario. Qui scegliere una spiaggia è davvero difficile: è pieno di calette una più suggestiva dell’altra. La più nota forse la cala del Gesso, poca sabbia e tanti scogli, un acqua cristallina dove gli appassionati di subacquea impazziranno nel vedere tanta flora e fauna marina. Nonostante sia piuttosto difficoltosa da raggiungere, visto il ripido sentiero di circa ottocento metri, è sempre più nota e presa d’assalto: conviene non andarci il fine settimana o nei giorni più vacanzieri.

3) Cala del Mar morto – Argentario

Sarebbero infinite le calette da consigliare sull’Argentario, ma ci eravamo ripromessi di parlare dell’intera Toscana. Tuttavia non possiamo lasciare questo promontorio senza aver parlato della cala più selvaggia di tutte: quella del Mar morto. Per raggiungerla, nonostante la vicinanza a Porto Ercole, conviene fare tutto il giro in senso antiorario da Porto Santo Stefano: c’è un piccolo parcheggio nei pressi del civico 24 e una freccia indica il sentiero. Il quale non è lungo ma piuttosto duro: consigliati sandali da scoglio o ancora meglio scarpe da trekking, soprattutto per l’ultimo tratto. All’arrivo però saremo ricompensati di tutte le fatiche: davanti a noi una serie di scogli e insenature fermano le onde e formano piscine naturali. Tra queste barriere naturali la più affascinante è l’Isola rossa, un vero piccolo isolotto di scoglio. Se il mare non è proprio in tempesta, è perciò facile che troviate un angolo di acqua calma: da qui il nome funereo che si porta addosso. Acqua che è cristallina ma assume riflessi verdi incredibili per le tante alghe che qui crescono rigogliose e dove trovano riparo crostacei e pesciolini. Ma anche qualche riccio: fate il bagno con i sandali! Da uno scoglio ci sarebbe anche una sorgente di acqua dolce, che la tradizione vorrebbe potabile e addirittura dalle proprietà benefiche, ma è molto ricca di sali e ferro e non è controllata: pensateci due volte prima di seguire la tradizione, noi consigliamo di portarsi la borraccia da casa.

4) Oasi di Burano

D’all’Argentario torniamo sulla terraferma e scendiamo nell’estremo sud della Toscana, al confine con il Lazio. Alle spalle il lago costiero di Burano, davanti il mare, nel mezzo una pineta, davanti un mare incontaminato e cristallino: dodici chilometri di spiaggia senza stabilimenti balneari, chioschi, alberghi, ristoranti… e non ci si arriva neppure in macchina, ma solo dopo una lunga passeggiata, circa tre chilometri dal parcheggio della stazione di Capalbio (quindi si può arrivare anche in treno). Oppure con il bus navetta dal parcheggio gratuito tra la stazione e Macchiatonda, sono ambedue  gratuiti. C’è anche un bel sentiero ciclopedonale che  Insomma l’arrivo è macchinoso, ma è lo scotto da pagare per mantenere quanto più incontaminato possibile questa riserva Wwf. Comunque, anche tutta la spiaggia a nord, verso Ansedonia, è frequentata in maniera non massiva e circondata dal verde delle pinete

5) Marina di Alberese e Collelungo

Il parco della Maremma è ricco di spiagge bellissime e calette selvagge, ma buona parte di queste non sono raggiungibili se non rpevia pagamento di biglietti e accompagnamento della guida. Marina di Alberese pur essendo un lungo arenile incontaminato, è ricca di servizi, ma non invasivi: c’è un punto ristoro con vendita di prodotti tipici, ci sono i bagni, l’acqua corrente, un punto informativo del parco ed è accessibile agli invalidi. Vista la lunghezza dell’arenile è semplicissimo trovare punti poco frequentati dove stare immersi nella natura. Proseguendo verso sud diventa sempre meno frequentata, fino ad arrivare alla spiaggia di Collelungo: qui il contatto con la natura è totale, tanto da essere praticato e tollerato il naturismo. Arrivare in macchina non è scontato: il parcheggio accetta solo le prime macchine, raggiunta la quota di auto stabilita viene chiuso. Ci si può arrivare da grosseto con l’autobus 17 da Marina di Alberese e Rispescia, oppure con la pista ciclabile di 8 km che parte dal centro visite e passa attraverso mucche e cavalli.

6) Cala Violina

Anche qui per arrivare c’è da sborsare. Bisogna prenotare e acquistare il biglietto prima, e stesso dicasi per il parcheggio. Però possono accedere solo settecento persone al giorno in tutta la baia, quindi si ha la garanzia di non stare ammonticchiati. Inoltre, il nome non è dato a caso: è una delle poche spiagge sonore del mondo e si chiama così perché quando si cammina i piedi producono una meolodia simile a quella di un violino. Si può raggiungere a piedi e in bicicletta: siamo nella riserva naturale di Scarlino.

7) Cala Civette

È la sorella meno famosa ma anche meno pretenziosa di Cala Violina, separata da questa dalla piccola caletta d’Amico. Prende il nome dall’antistante torre cinquecentesca, non accessibile perché di proprietà privata, che a sua volta prende il nome dal fatto che la vista che si godeva qui era strategica per controllare la parte sud del principato di Piombino. Un po’ come le civette che stanno, occhi sgranati, sull’albero ad aspettare l’arrivo dei topi, insomma. Anche qui per arrivare, c’è da pagare il parcheggio e fare un buon tratto a piedi.

8) Villa Emilia a Marina di Donoratico (spiaggia libera di Pianetti)

Intorno alla splendida Villa Emilia,  residenza che fu dei Gherardesca, oggi residence, e ai vecchi cantieri navali ,oggi in disuso,si estende un lungo arenile selvaggio, poco frequentato e circondato da pinete, attraversate da una fitta sentieristica e percorse al loro margine dal viale dei Cavalleggeri che collega Marina di Castagneto Carducci e Marina di Donoratico. Tutto il tratto di spiaggia tra queste due località rivierasche, allontanatisi un po’ dall’abitato, ha poca pressione turistica ed è tranquillo. C’è un parcheggio a pagamento qui e uno vicino all’ecovillaggio poco più a sud.

9) La spiaggia di Sansone (isola d’Elba)

Prima di chiudere questa top ten, vogliamo non citare il nostro arcipelago già che è tanto bello e incontaminato? Difficile scegliere, ma certo va citata l’isola più grande, se non altro per facilità di collegamento. E a sua volta scegliere una spiaggia all’Elba è un bel dilemma: trovarne di brutte e senza natura  è impresa ardua. Allora scegliamone una un po’ meno nota. Perché le più famose, a buona regola, sono Cavoli e Bidoli, ma asonoa cnhe più turistiche e meno selvagge. Mentre la spiaggia di Sansone, tutta ciottoli bianchi, anche se ha un piccolo stabilimento balneare e un bar che fa sempre comodo, è meno conosciuta. Termina con lo scoglio della sorgente, famoso per i tuffi, che lo divide dall’omonima cala. Per arrivare bisogna parcheggiare sulla strada tra Portoferraio ed Enfola, e scendere un ripido sentierino, anch’esso a sassolini: consigliabili scarpe da trekking.

10) Cala del Ceppo (Isola di Capraia)

Vogliamo concludere con qualcosa di davvero selvaggio: la cala del Ceppo all'Isola di Capraia. qui per arrivare, è necessario fare un bel sentiero di un’ora e un quarto tra panorami mozzafiato. E una volta tuffati in acqua, incontrerete più pesci che persone. Facile perdere la cognizione del tempo ma ricordatevi gli orari del traghetto...