Siccità, Toscana verso lo stato di calamità

Il presidente della Regione Giani: "Condizioni molto problematiche in alcune zone"

Firenze, 4 luglio 2022 - "Se la siccità continua a questi livelli, se le temperature arrivano a 39 gradi come oggi, anche noi saremo costretti a dichiarare lo stato di calamità per parte del territorio della Toscana". Lo ha detto Eugenio Giani, presidente della Regione, a margine della presentazione dell'ecosistema 'The' oggi a Firenze.

"Oggi si riunisce l'Osservatorio - ha spiegato - che è l'organo competente per darci delle indicazioni tecniche, e sulla base di queste indicazioni in Giunta prenderemo le nostre decisioni". Secondo Giani "la Toscana si presenta in una situazione differenziata rispetto ad altre regioni: è il motivo per cui finora non è stato dichiarato lo stato di calamità. Ma è chiaro che vi sono parti di Toscana che hanno condizioni molto problematiche che lo giustificano. Altre hanno una situazione migliore, semplicemente perché in passato abbiamo fatto le cose, a differenza di tanti altri: pensate a cosa significano quei 70 milioni di metri cubi d'acqua che è in grado di contenere il lago di Bilancino, per poi renderli gradualmente consentendo di evitare che l'acquedotto e Mantignano e all'Anconella si blocchi come avveniva una trentina d'anni fa perché l'acqua dell'Arno non era più utilizzabile". Questo, ha concluso il governatore, "deve far riflettere: occorre avere lungimiranza nel fare opere che magari sono contrastate da quello o quell'altro".

Autorità idrica: "Molto critica la situazione delle falde"

La siccità in Toscana è a un livello di severità, si va verso la richiesta dello stato di emergenza idrica. Così l'Autorità idrica Toscana che sta analizzando i primi report richiesti ai gestori del servizio idrico: "La situazione delle falde appare molto critica. Perciò anche le possibili proiezioni per le prossime settimane potrebbero mostrare un quadro negativo dello stato delle riserve idropotabili, specie" nella costa. "Stiamo andando verso la tempesta perfetta: abbiamo le temperature più alte del 2003, anno di maggiore calore in Toscana, e la scarsità di piogge del 2012, anno più siccitoso" della Toscana, commenta il direttore di Ait Alessandro Mazzei.

"Abbiamo chiesto ai gestori - aggiunge - l'elenco delle opere e degli interventi che si possono realizzare in estrema urgenza per far fronte alla situazione di criticità. Nei giorni scorsi Ait aveva già sensibilizzato i Comuni toscani per ridurre i consumi di acqua: oltre la metà dei sindaci ha già adottato l'ordinanza". "Adesso dobbiamo stringere ancora di più l'uso del nostro bene più prezioso".

Nei prossimi giorni Ait trasmetterà alla Regione il quadro della situazione generale su tutto il territorio, comprensivo dei necessari interventi gestionali (autobotti e riparazione perdite) e infrastrutturali (nuovi pozzi, sostituzione reti, collegamenti rapidi tra reti esistenti). Il rapporto, si spiega, servirà alla Regione Toscana per supportare la dichiarazione di stato di emergenza nazionale. "Tale richiesta - conclude Ait - potrà addirittura essere confermata da un atto del Governo Draghi. Infatti proprio oggi l'Autorità di distretto dell'Appennino settentrionale ha dichiarato di voler innalzare il livello dell'allerta, portandolo a uno stato di severità per tutto il proprio territorio, che include quasi tutta la regione Toscana".

L'allarme dei Georgofili: "I terreni non trattengono l'acqua"

"La siccità è dovuta alla mancanza di acqua, perché piove male, ci sono momenti in cui non piove e altri in cui ne viene troppa. A questo poi si aggiunge uno stato di degradazione dei nostri suoli dovuto al depauperamento di sostanza organica che è essenziale per trattenere l'acqua. Si stima che negli ultimi 40 anni il terreno abbia perso il 30% della sua capacità di ritenzione idrica, per cui il terreno non trattiene più acqua". Lo ha detto Marcello Pagliai accademico dei Georgofili, in occasione del convegno 'La gestione della risorsa idrica in agricolturà, promosso dall'Accademia dei Georgofili, oggi a Firenze. "L'acqua - ha aggiunto Pagliai - deve essere stoccata. Bisogna tornare alle vecchie pratiche, ai laghetti collinari degli anni '60 o alle vecchie cisterne che avevamo nel secolo scorso".