ANGELA BALDI
Cronaca

Scuola, ‘quote blu’ per i dirigenti, Curtolo: «Il genere non conta meglio privilegiare il merito»

Nel prossimo concorso per scegliere i presidi sarà data precedenza agli uomini vista la preponderanza di donne nel ruolo. Nella nostra provincia siamo 59,3% a 40,7%. Parla il provveditore agli studi

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Arezzo, 20 ottobre 2023 – Una volta c’era il preside, oggi il 70% dei dirigenti scolastici italiani è donna. E c’erano una volta le quote rosa. Oggi esistono quelle blu. Un termine, inserito anche nella Treccani, che fa riferimento al mondo della scuola e alla percentuale di docenti di sesso maschile che si dedicano all’insegnamento. L’ago della bilancia in Italia pende sempre dalla parte delle donne, basti pensare che le insegnanti sono oltre l’80%, oltre il 90 alle elementari. Ecco perché dal prossimo anno il concorso per dirigenti scolastici che si svolgerà nel giro di qualche mese prevederà espressamente all’articolo 10 del bando che, «considerate le percentuali di rappresentatività di genere in ciascuna regione, viene garantito l’equilibrio di genere applicando nelle regioni Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto, in cui il differenziale tra i generi è superiore al 30 per cento, il titolo di preferenza in favore del genere maschile in quanto meno rappresentato». Cosa significa? Che in caso di parità in graduatoria alla fine del concorso, sarà data priorità al candidato rispetto alla sua collega. In Toscana la percentuale è al 67,85% per le donne contro il 32,15 degli uomini. Ad Arezzo la situazione non è così accentuata, ma le dirigenti donne sono comunque superiori ai colleghi maschi. Per capirlo basta analizzare il numero dei presidi donna e quello dei dirigenti uomini nella nostra provincia. Quanti sono? “Al primo ciclo che comprende infanzia primaria e secondaria di primo grado abbiamo 24 donne e 11 uomini dirigenti scolastici – spiega il provveditore Roberto Curtolo - alle superiori abbiamo 8 donne e 11 uomini. In totale sono 32 donne e 22 uomini presidi in tutta la provincia di Arezzo. La forbice pende dalla parte delle donne anche qui ma non è così marcata. Se osserviamo gli istituti tecnici e professionali, le cose cambiano: sono presenti molti insegnanti uomini di materie stem tecniche e scientifiche che rappresentano la prevalenza sulle colleghe. Un trend generale legato alla distinzione di genere dove fin dall’infanzia le bambine sono dirottate verso materie o aree non scientifiche. E’ un dato incontrovertibile generale ed europeo, che in Italia è ancor più evidente”. Ad Arezzo la percentuale di dirigenti donne e uomini pende sempre a favore delle prime ma il divario non è abissale come in Italia. “In provincia di Arezzo la percentuale è meno sbilanciata – prosegue Curtolo - d’altro canto va considerata la tendenza generale legata al fatto che tra i laureati i voti più alti li conseguono le donne, quindi anche a livello di concorso è evidente che sia nella professione docente che in fase dirigenziale, le donne che oltretutto sono più numerose, ottengono risultati migliori”. Le donne arrivano ai vertici perché studiano di più e meglio? “La qualità dei risultati che conseguono è evidente anche negli esiti finali degli esami di stato, i voti più alti sono sempre delle ragazze – dice Curtolo - hanno maggior propensione allo studio e una più grande volontà di affermazione. Quanto alle quote blu, sono più favorevole al merito indipendentemente dal genere. Se si vogliono applicare, spero la norma sia estesa a tutto e non solo alla scuola o ai dirigenti scolastici ma che ribilanci tutta la pubblica amministrazione e tutti i profili”.