La prof delusa scrive alla ministra: "Non tolga l’esame di terza media"

La lettera della vedova del maestro Manzi, insegnante a Grosseto: "Non togliamo ai ragazzi la soddisfazione di superare la prova". Mandateci le vostre testimonianze alla mail [email protected]

L'insegnante Sonia Boni

L'insegnante Sonia Boni

Grosseto, 6 maggio 2020 - L’esame di terza media come momento di passaggio. Per questo Sonia Boni, insegnante a Grosseto, vedova del compianto maestro Alberto Manzi, ha scritto alla ministra dell’istruzione Lucia Azzolina

Carissima Ministra, sono un’insegnante, ormai alla soglia della pensione, che crede ancora che il suo lavoro sia un lavoro privilegiato, benchè poco remunerato, ma la scuola, mi creda, è ricca di emozioni che vanno dalla frustrazioni alla gioia, dallo sconforto alla soddisfazione; veder crescere i propri ragazzi che faticosamente apprendono che il sapere li rende persone libere, capaci di ragionare con la loro testa in una realtà così complessa e contraddittoria che li vorrebbe invece passivi e inattivi, mi rende orgogliosa del mio compito e al tempo stesso consapevole della sua importanza.

Ho sempre considerato i ragazzi non solo come alunni ma persone che accompagno, per un po’ di strada, cercando di fornire loro modi per comprendere la realtà e modi per rappresentarla. Camminiamo un po’ insieme, se cadono li sostengo, ma li lascio liberi di sbagliare, di inciampare, perché apprendere significa innanzitutto sacrificio: non si regala il sapere, si conquista faticando. Allora parlo loro di rispetto, di partecipazione, di impegno, di responsabilità, di curiosità, della bellezza della conoscenza, ma parlo loro anche di fatica, di frustrazioni, di dolore, di saper accettare gli errori, perché solo sbagliando s’impara: parlo di Vita. Ecco che lei, in un attimo distrugge tutto ciò che in tre anni ho cercato di far comprendere ai miei ragazzi: niente esami di terza media, niente colloquio, ma valutazione di un lavoro consegnato. Niente di niente! Che tristezza! Cosa dirò ai miei ragazzi in questo ultimo periodo dell’anno? Sarete tutti promossi, basterà consegnare un lavoro interdisciplinare, sì, uso questo termine al posto di quello di tesina, tanto comune ma didatticamente inappropriato. Cosa dirò, glielo chiedo ancora? Me lo dica lei che si è affrettata a comunicare che l’anno finirà con tutti promossi. Tana libero tutti!  

Come riuscirò a far capire loro che dovranno impegnarsi fino all’ultimo giorno di questo anno scolastico? Come riuscirò a scuoterli per toglierli da quel tedio in cui sono caduti per una situazione surreale, attraverso una didattica a distanza? Come farò a far capire loro che il tempo a loro disposizione, ormai lievitato, perché privo di tutte quelle attività extrascolastiche, potrebbe essere impiegato per scrivere, leggere, disegnare, studiare le lingue, suonare uno strumento, approfondire argomenti trattati nelle diverse discipline, consegnare i compiti assegnati?  

Lei, cara Ministra, ha avuto esperienza come insegnante e dirigente e dovrebbe conoscere il valore di questo lavoro e della fatica che ogni giorno noi docenti dobbiamo affrontare per aiutare i nostri ragazzi a superare le loro difficoltà e i loro disagi, spesso insormontabili. Mi chiedo: perché non estendere anche ai ragazzi che devono sostenere l’esame di Stato di terza media la prova di un colloquio orale online, in cui possano presentare e discutere il loro lavoro, come previsto per quello della maturità? Noi insegnanti, anche se dietro ad uno schermo ci siamo. Possiamo ascoltarli, emozionarci con loro, farli sentire importanti in quel momento, perché dovranno dimostrare di essere capaci di superare una prova che, spesso, diventa per loro motivo di grande soddisfazione e di condivisione. Ci ripensi, per favore!  

Sonia Boni, insegnante di scuola secondaria di primo grado