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Sanità, promossi e bocciati: la classifica delle regioni italiane per livelli di assistenza. Veneto al top, cala la Lombardia

Il campanello d’allarme della Fondazione Gimbe sul Ssn: “Solo 13 regioni garantiscono standard sufficienti, peggiorano anche quelle storicamente solide”. Sul podio Toscana ed Emilia Romagna. La Lombardia perde punti

Livelli di assistenza sanitaria, i punteggi regione per regione (Monitoraggio Lea 2023, elaborazione Fondazione Gimbe)

Livelli di assistenza sanitaria, i punteggi regione per regione (Monitoraggio Lea 2023, elaborazione Fondazione Gimbe)

Roma, 3 settembre 2025 – Come sta la sanità italiana? Il quadro restituito dalla Fondazione Gimbe sulla base dei dati del Ministero della Salute (Monitoraggio Lea 2023, l’ultimo disponibile) fa suonare un campanello d’allarme. Solo 13 regioni italiane infatti raggiungono gli standard per l'erogazione delle cure essenziale garantite dal Ssn (Livelli essenziali di assistenza). Dall’analisi emerge in primo piano il consueto divario tra Settentrione e Meridione. Ma anche le regioni storicamente solide perdono punti. Vediamo nei dettagli qual è la situazione. 

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La prima distinzione fatta dalla Fondazione Gimbe è quella, appunto, tra regioni adempienti e inadempienti, tra regioni cioè che garantiscono gli standard di assistenza e quelle che non li garantiscono. Premessa di metodo: ogni regione è valutata in base a un lungo elenco di indicatori riferibili a tre macro-aree (prevenzione, assistenza distrettuale e assistenza ospedaliera). A ciascuna area viene dato un punteggio da 0 a 100. Per essere considerata adempiente la regione deve raggiungere i 60 punti in tutte e tre le aeree. 

Promossi e bocciati 

Sono promosse Campania, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Provincia Autonoma di Trento, Piemonte, Puglia, Sardegna, Toscana, Umbria e Veneto. Rispetto al 2022, Campania e Sardegna salgono tra le Regioni adempienti, mentre Basilicata e Liguria retrocedono a inadempienti. Rimangono inadempienti per insufficienza in una sola area Calabria, Molise e Provincia Autonoma di Bolzano, mentre Abruzzo, Sicilia e Valle d’Aosta non raggiungono la soglia in due aree. 

In base ai punteggi (sommando i tre relativi alle diverse aree) è possibile stilare una classifica tra le regioni. E qui è ancora più lampante il gap tra l’Italia settentrionale e quella meridionale. “Tra le prime 10 regioni – sottolinea Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione – 6 sono del nord, 3 del centro e solo 1 del sud. Nelle ultime 7 posizioni, fatta eccezione per la Valle d'Aosta, si trovano esclusivamente regioni del Mezzogiorno”. 

La classifica delle regioni 

Al top troviamo il Veneto (288 punti), seguito da Toscana (286) ed Emilia Romagna (278) a pari merito con la provincia di Trento (278), Al quinto posto il Piemonte (270), poi Lombardia (257), Umbria  (257) e Marche (248). Completano la top ten Friuli Venezia Giulia (235) e Puglia (228). In zona critica Liguria (219), Lazio (216), Campania (206). Sotto la sufficienza Provincia di Bolzano (202), Molise (193), Sardegna (192), Basilicata (189), Abruzzo (182), Calabria (177). Fanalino di coda Sicilia (173) e Valle d’Aosta (165). 

In peggioramento 

Rispetto al 2022, 8 regioni peggiorano i propri standard, sottolinea Fondazione Gimbe. A perdere almeno 10 punti sono Lazio (-10), Sicilia (-11), Lombardia (-14) e Basilicata (-19). "La riduzione delle performance anche in Regioni storicamente solide - commenta Cartabellotta - dimostra che la tenuta del Ssn non è più garantita nemmeno nei territori con maggiore disponibilità di risorse o reputazione sanitaria. È un campanello d'allarme che non può essere ignorato". Sul fronte opposto, due Regioni del Mezzogiorno mostrano un netto miglioramento: Calabria (+41) e Sardegna (+26).