"Caso Saman, vi spiego il video del funerale senza la salma"

Una giornalista di origini pakistane sciite interpreta il filmato di cui sta parlando tutta Italia. Lo aveva postato e rimosso il padre della ragazza scomparsa da oltre un mese e si teme uccisa

Sabika Shah Povia

Sabika Shah Povia

Firenze, 4 giugno 2021 - Grande interesse ha suscitato sui media il filmato della cerimonia funebre di rito islamico ma senza feretro, che il padre di Saman Abbas pubblicò sul proprio profilo Facebook il 4 maggio scorso e rimosse il giorno seguente. Diffuso da Chi l'ha visto?, poi su www.lanazione.it , il video è stato rilanciato dalle televisioni nazionali. E sono aumentati i dubbi sul significato del,la pubblicazione del video e sul perché il padre della ragazza scomparsa da fine aprile da Novellara (Reggio Emilia) e di cui non si sono più avute tracce lo abbia prima pubblicato, poi rimosso. Secondo vari commentatori il video rappresenterebbe, un funerale senza salma, a prova del fatto che il padre fosse a conoscenza della morte della ragazza. Morte ipotizzata dagli stessi inquirenti di Reggio Emilia che stanno torchiando familiari e parenti rimasti in italia. Il padre e altri membri della famiglia sono rientrati in Pakistan, nei giorni successivi alla sparizione di Saman.

L'identikit di Saman a Chi l'ha visto?

Ma cosa rappresenta il video pubblicato poi rimosso dal profilo Fb di Shammar Abbas? La mediatrice culturale di origini pakistane intervenuta a Chi l'ha visto? spiegò trattarsi di un rito in uso presso la popolazione sciita come dimostrano i reiterati gesti di battersi il petto e battere i pugni sulla propria fronte chiedendo perdono e purificazione dai peccati.

L'interpretazione del video 

Un contributo per gli inquirenti arriva ora da Sabika Shah Povia, 34 anni, nata a Roma da genitori pakistani di origine sciita, giornalista free lance che ha studiato e si è laureata a Londra e collabora con varie testate della stampa scritta e televisive. "Osservando il filmato - spiega abika a www.lanazione.it - e considerando la data in cui si è svolto, ho capito che si trattava di un rito in uso fra gli islamici di origine sciita. Il 4 maggio era il 22° giorno dall'inizio del Ramadan, in cui si ricorda il martirio dell'imam Alì, (considerato il primo infallibile imam della tradizione sciita ndr). Alì, in preghiera nella moschea venne ferito a colpi di spada il 19° giorno del Ramadan e si spense alcuni giorni più tardi. Sono immagini per me familiari, tante volte anche in occidente ho assistito a quel rito, che fa parte della tradizione sciita", spiega Sabika. "Ma non ha nulla a che vedere con Saman".

Il martirio di Alì e i dubbi che restano

Come può, Sabika, essere così sicura? "La mediatrice culturale che ha commentato il filmato ha descritto ciò che vedeva, ma non ha ricondotto le immagini al contesto religioso al quale si riferiscono e che si svolge in quella data - spiega Sabika Shah Povia -  Inoltre, In Pakistan il delitto d'onore è punito. Se Shammar fosse stato colpevole le autorità non avrebbero permesso che si svolgesse il rito e che restasse impunito". Ma Shammar ha rimosso il video e non lo ha più postato. "Non so perché lo abbia fatto. Io dico solo che quel giorno è la ricorrenza del martirio di Alì e che quel rito è comune e diffuso presso la comunità sciita". Non le sembra sospetto che un padre la cui figlia è scomparsa in Italia rientri in patria anziché restare nel luogo dove si sta cercando la ragazza? "Non conosco il padre né le sue intenzioni. Anch'io temo che Saman non sia più in vita".

La piaga dei matrimoni combinati

Per Saman era stato decisio un matrimonio combinato. Una barbara tradizione non sopita a contatto col mondo occudentale. "In Pakistan sono diffusi, specie nelle frange rurali, più arretrate e meno istruite della popolazione. Sono tollerati, ma se forzati si configura un reato". Ma Novellara è in Italia, la famiglia abita in Italia da anni. Com'è possibile abbiano destinato la figlia a sposare una persona forse neppure mai conosciuta? "La mentalità patriarcale è che la donna non sia libera di per sé che la volontà maschile prevalga. Non a caso nella sparizione sarebbero coinvolti anche lo zio, altri esponenti maschi della famiglia".

Sabika Shah Povia, giornalista, con l'abito islamico

"Emigrano le popolazioni più arretrate"

Qui Sabika apre un fronte "istituzionale": "Dal Pakistan in Italia arrivano le classi più povere ed arretrate. Quelle colte e istruite restano in patria oppure si trasferiscono in paesi dove l'immigrazione è meno problematica e offrono lavori più qualificati, come nell'informatica. Arrivare in Europa è lungo e rischioso: il viaggio può durare anche quattro-cinque anni, se resti bloccato al muro sulla rotta balcanica o in Grecia e Turchia. talvolta è più agevole arrivare dall'Africa. Chi affronta un viaggio del genere proviene da zone poverissime e arretrate, ha chiesto aiuto economico al villaggio per partire. E quando si è insediato chiede il ricongiungimento familiare". Shabbar lavorava da anni in agricoltura, si era stabilito da tempo, ma nessuna integrazione con l'Italia. "Difficile entrare, in Italia e per integrarsi non bastano i corsi di lingua, l'immigrazione è complicata in questo paese. Saman quando è scomparsa era tornata a casa dalla comunità per prendere i suoi documenti".

"Non criminalizzate un popolo"

Se un pakistano destina la figlia a sposare una persona lontana e forse sconosciuta non è né può essere responsabilità dello Stato italiano. " No, ho detto che l'immigrazione è complicata, ma chi commette reati lo fa di propria iniziativa. Anche se i matrimoni combinati fossero uno solo su un milione di casi ci sarebbe comunque un caso di troppo. Se la vicenda di Saman è quella che sta profilandosi le responsabilità della famiglia e dele sue componenti maschili sarebbero gravissime. Spero solo che gli italiani evitino di etnicizzare i crimini. Sono commessi da persone che sbagliano. Non sarebbe giusto incolpare un intero popolo".