Riaperture, la Toscana ora frena. L’indice dei contagi sotto la lente

La prudenza della Regione che punta ad analizzare gli ultimi dati e a studiare il decreto del governo. Accordo tra Stato ed enti locali: lunedì riprendono l’attività negozi di quartiere, ambulanti e parrucchieri

Parrucchieri pronti alla riapertura (Fotoprint)

Parrucchieri pronti alla riapertura (Fotoprint)

Firenze, 16 maggio 2020 - Tre nuove date ipotetiche per le riaperture in Toscana e l’ennesima fumata nera per l’ordinanza che dovrebbe ufficializzarle. Attesa per ieri, probabilmente arriverà stamani, dopo l’analisi del nuovo decreto del governo. Intanto però Regione, associazione dei Comuni (Anci) e unione delle Province (Upi) della Toscana avrebbero trovato la quadra su tre date: lunedì 18 via libera a negozi di vicinato e probabilmente anche ad ambulanti e servizi alla persona (parrucchieri, estetiste); fra il 23 e il 24 maggio apertura di bar, ristoranti e locali; il 30 maggio tutte le attività turistiche ferme, in vista della possibilità di spostarsi fra una regione e l’altra che, se l’epidemia resterà sotto controllo, scatterà in tutta Italia dal 3 giugno.

Quella di ieri è stata un’altra giornata convulsa per commercianti, imprenditori, politici e amministratori, fra incontri con il Governo, confronti fra Regioni e tavoli con le categorie economiche. L’accordo di massima per la riapertura del 18 – che prevede anche l’accesso, con le dovute precauzioni, nei musei, nelle biblioteche, nelle gallerie d’arte e nei siti archeologici – è stato raggiunto in tarda serata tra Governo ed enti locali, in seno alla conferenza Stato-Regioni.

La Toscana, nelle scorse settimane, era stata fra le sostenitrici più convinte di una riapertura rapida, addirittura ventilata per l’11 maggio. Poi l’intero Consiglio regionale, riunito giovedì, si era allineato sul 18, come data unica per le riaperture. Il presidente della Regione Enrico Rossi però (e non senza mal di pancia nella maggioranza) aveva frenato, parlando dell’opportunità di scaglionare i provvedimenti. E proprio la linea della prudenza ha prevalso, non senza ulteriori polemiche da parte di chi (maggioranza e opposizione) freme invece per ripartire il prima possibile.

Ad aver scoraggiato il governatore pare ci sia l’indice di contagio, sbandierato per giorni come «saldamente sotto lo 0,6» e poi scomparso dalle note ufficiali. Oggi quel dato, che certifica quante persone vengono contagiate in media da ogni positivo, sarebbe salito fra lo 0,7 e lo 0,8, anche se bisogna aspettare qualche giorno per considerarlo consolidato. In ogni caso si avvicina sempre più alla quota uno, considerata altamente a rischio. Ci arriveremo o possiamo stare tranquilli? Secondo Fabio Voller, coordinatore dell’Osservatorio di epidemiologia dell’Agenzia regionale di sanità «non è possibile rispondere fino a martedì-mercoledì prossimi, quando sarà passato abbastanza tempo dalle prime riaperture per valutarne gli effetti». Questo quindi il motivo della frenata.

«Condividiamo l’impostazione del governo e siamo soddisfatti del metodo, cioè del ruolo riconosciuto alle Regioni, e del merito, ossia del principio di gradualità – ha detto Rossi –. Siamo al lavoro con le Regioni per definire protocolli da integrare alle linee guida nazionali». Le tre date sono sul tavolo ma oggi potrebbero esserci ulteriori modifiche. C’è anche un altro nodo centrale. «Il punto cruciale non sono tanto le date, sulle quali concordiamo – spiega Simone Gheri, il direttore di Anci Toscana – quanto le norme imposte dall’Inail. Al momento sia i balneari che i ristoranti le ritengono inapplicabili».

AGGIORNAMENTO SULLA SITUAZIONE: https://www.lanazione.it/cronaca/decreto-18-maggio-1.5152020