
Controlli della polizia a Pisa
Pisa, 21 agosto 2022 - Omicidi, accoltellamenti, risse e lo stupro, in pieno giorno, a due passi dai Lungarni, di una giovane turista aggredita nell’androne di casa dell’amica di cui era ospite. Da inizio agosto, l’emergenza sicurezza è riesplosa in una drammatica escalation. Nel capoluogo e all’estrema periferia della provincia, Sasso Pisano, tra soffioni e fumarole che danno a quei panorami incantati il nome di Valle del Diavolo. Qui l’altra sera un albanese di 36 anni viene ucciso in un agguato. Crivellato da 15 colpi di pistola mentre è in auto con un amico. Due settimane prima, a due passi dalla stazione di Pisa altra scena da Bronx: Halim Hamza, barbiere marocchino, accoltellato a morte sulla soglia del negozio, da un tunisino senza fissa dimora. E poi le risse, almeno una al giorno. Per primo è il sindaco pisano Michele Conti ad invocare rinforzi per le forze dell’ordine cittadine. Poi tocca al collega di Castelnuovo Valdicecina, Alberto Ferrini. Venerdì il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese dispone "l’immediato invio di personale del Reparto di prevenzione crimine della Polizia per intensificare il controllo del territorio". "Dobbiamo – spiega i Viminale – dare risposta ferma alle comunità".
L’esecuzione di Sasso Pisano è l’ultimo, gravissimo atto. Un delitto in ambito malavitoso: la pista battuta dagli inquirenti del nucleo investigativo di Pisa parla di un agguato, forse un regolamento di conti per questioni di droga o prostituzione, una vendetta, in cui ha perso la vita Elson Kalaveri, 36 anni albanese residente a Colle Val d’Elsa (Siena), massacrato con quindici colpi partiti da una o più semiautomatiche. È caccia a tre killer, in fuga su una Lancia Y scura rubata a Napoli. I tre uomini con indosso i passamontagna avrebbero prima tagliato la strada nel cuore di Sasso Pisano alla Mercedes Classe A su cui si trovava Kalaveri con un connazionale. Poi hanno mirato alle gomme, fatto scendere l’altro albanese e aperto il fuoco sulla vittima. Quindici volte. Gli inquirenti scavano nel presente e nel passato del 36enne, che era già in zona da almeno un giorno. Qui aveva vissuto la sorella e il 17 agosto, giorno prima dell’omicidio, è stato visto in un bar. Kalaveri nel 2014 era stato incarcerato in Albania con l’accusa di omicidio e assolto per legittima difesa.
Su di lui pendevano anche reati legati allo sfruttamento della prostituzione. La sparatoria assume i contorni di un agguato di matrice malavitosa, forse compiuto da sicari ingaggiati per pedinare e quindi far fuori il 36enne. Da chiarire la posizione del connazionale scampato all’agguato che, pare, era giunto da poco in Italia dall’Albania. L’uomo ha guidato la Mercedes dopo la sparatoria fino a un locale fuori dal paese per dare l’allarme. Sarà riascoltato dagli inquirenti. Così come sono stati ascoltati i familiari della vittima. I carabinieri hanno acquisito i video delle telecamere a due bivi del paese, ed è stata istituita una squadra investigativa con la polizia albanese.
Paola Zerboni e Ilenia Pistolesi