Firenze, in prima nazionale alla Pergola 'Il riformatore del mondo'

Dal 10 al 15 gennaio

Una scena dello spettacolo

Una scena dello spettacolo

Firenze, 6 gennaio 2023 - La Compagnia Mauri Sturno, tra i più longevi gruppi teatrali italiani, affronta per la prima volta Thomas Bernhard, mettendo in scena in prima nazionale al Teatro della Pergola dal 10 al 15 gennaio due testi teatrali dell’autore austriaco: Il Riformatore del mondo e Minetti, ritratto di un artista da vecchio racchiusi nel progetto Interno Bernhard, con la regia di Andrea Baracco. In scena con Glauco Mauri e Roberto Sturno, Stefania Micheli, Federico Brugnone, Zoe Zolferino, Giuliano Bruzzese. Lo spettacolo si avvale delle scene e costumi di Marta Crisolini Malatesta, le musiche di Giacomo Vezzani e Vanja Sturno, le luci di Umile Vainieri. Ne Il Riformatore del mondo del 1979 un intellettuale ormai vecchio, che vive in profonda solitudine, sta per ricevere a casa sua una delegazione ufficiale che gli consegnerà la laurea honoris causa per aver scritto un famoso trattato su come salvare il mondo. Ma per lui tale riconoscimento è la conferma che nessuno ha letto il suo saggio poiché, nello stesso, sostiene che per migliorare il mondo bisogna eliminare gli uomini dalla faccia della Terra. A Bernhard Minetti, grande attore tedesco del secolo scorso, scopritore del teatro tragicomico e crudele di Thomas Bernhard, è dedicata la commedia con il suo nome e sottotitolata Ritratto di un attore da vecchio. Si racconta la vita immaginaria di un guitto ormai vecchio e disilluso che, mentre aspetta nella notte di Capodanno di andare in scena per l’ultima volta nel ruolo di Re Lear, si abbandona a un intenso flusso di coscienza per riflettere sulla propria vita, sul suo mestiere, e lanciare giudizi spietati su una società sempre più confusa e su un teatro sempre più privo di senso. “La scena su cui si aprono le pagine – spiega Andrea Baracco - o si levano i sipari di Bernhard è quella del day after: l’esplosione è già avvenuta, è ormai lontana: il mondo, intatto solo in apparenza, è scardinato in profondità: follia, gelo, malattia e devastazione; ruota come impazzito seguendo un’orbita indecifrabile e assurda. Il superstite, con facoltà di parola, si pone di fronte a questo caos, a questo perturbamento: tenta di decifrarlo, di contrapporglisi, persegue questo scopo con folle determinazione, pur essendo conscio che porterà soltanto alla dissoluzione fisica e mentale. L'unica possibilità di sopravvivenza sembra essere allora la ricerca della perfezione in campi che fino a poco tempo fa erano il luogo della bellezza, del senso; il teatro, la musica, la letteratura, la filosofia. Ed ecco allora il grande attore Minetti in attesa di recitare per l'ultima, sublime volta, il suo memorabile Lear; ecco che il Riformatore del Mondo, nonostante abbia da tempo deciso di ritirarsi a vita solitaria, accetti una laurea honoris causa per aver cercato, con i suoi scritti, di dare un senso al caos”. Maurizio Costanzo