Il Pd "sfiducia" Rossi. E lui chiede la verifica

L’ultima polemica sulla ripartenza dell’intramoenia provoca la rottura. Oggi chiarimento tra il governatore e il vertice del partito. Anche Iv protesta

Enrico Rossi

Enrico Rossi

Firenze, 8 maggio 2020 - «Caro Pd, da che parte stai?" è la domanda che manda su tutte le furie, da alcuni giorni, il presidente della Toscana Enrico Rossi. Abituato a governare nel mezzo delle critiche anche dalla sua maggioranza (adesso composta da Pd con Italia Viva e Mdp con la consigliera Spinelli) non è riuscito a comprendere fino in fondo il perché del ’fuoco’ (presunto) amico.

Date per scontate le proteste ad ogni angolo del centrodestra, già di fatto in campagna elttorale, il ’comunista’ governatore ha cercato di far finta di niente fino a quando uno, due, tre, quattro sospetti hanno fatto una prova.

E lui, che proprio equilibrato nelle manifestazioni sentimentali non è, ha fatto vedere di essere profondamente arrabbiato. Non solo ai suoi più stretti collaboratori. E così per oggi ha chiesto un chiarimento al suo partito (di ritorno dopo la parentesi di LeU). Il tema cardine è la gestione della sanità nell’emergenza e le misure adottate nella fase 2.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la questione della ripartenza ospedaliera e in particolare quella relativa all’attività intramoenia (servizi in locali del Ssn svolti da personale pubblico ma a pagamento con corsie preferenziali rispetto a quelle ordinarie).

La delibera numero 49 stabilisce che a riguardo "la ripresa della libera professione sarà autorizzata dopo il raggiungimento dell’obiettivo di un tempo di attesa per le prestazioni ambulatoriali istituzionali programmate non superiore a 15 giorni (30 giorni per la diagnostica)".

Della serie: tutto si è bloccato, visite ambulatoriali e operazioni, prima smaltiamo l’ordinario è poi riavviamo anche l’attività intramoenia; laddove non ci sono attese accumulate, la libera professione può riprendere subito. Apriti cielo. Sono scesi in campo Forza Italia e Lega. E passi, da copione.

Ma le bordate dal Pd sono risuonate a Palazzo Sacrati Strozzi. Anche perché c’erano state già le critiche sul distanziamento sociale (un metro o un metro e 80 cm?), sui guanti sulla tramvia e sul numero di ordinanze regionali, oltre 50 (ieri ha fatto sentire la sua voce il sindaco Pd di Firenze Nardella).

La segretaria regionale del Pd, Simona Bonafè e la responsabile sanità dei dem in Toscana, Lia Burgalassi, hanno detto: "Servono soluzioni nuove per una situazione difficile e inedita, rispetto a quei provvedimenti definiti in periodi completamente diversi rispetto ad oggi per ridurre le attese in sanità.

Chiediamo alla giunta di chiarire anche cosa accadrà sul fronte dell’intramoenia", sottolineando ulteriormente "l’importanza della libera professione svolta in ambito pubblico, consentendo così che nel sistema sanitario regionale operino i migliori professionisti, con beneficio di tutti". E Italia Viva? Ultimamente tra Renzi e Rossi c’erano state "affettuosità" inedite. Ieri invece il presidente della commissione regionale di sanità, il renziano Stefano Scaramelli ha evidenziato la necessità di conciliare un sistema pubblico efficiente e l’attività in libera prossione dei migliori specialisti.