
Paola Turci, la cantante romana compirà 61 anni il prossimo 12 settembre
Un viaggio intenso e coinvolgente per raccontare le personalità femminili che hanno fatto la storia della canzone italiana. Paola Turci torna ad Arezzo con Gino Castaldo dopo il successo del tour "Il tempo dei giganti", ma stavolta lo spettacolo ripercorrerà "La rivoluzione delle donne" che con le loro scelte musicali coraggiose hanno rappresentato modelli di libertà e anticonformismo. La cantautrice e il critico musicale saliranno sul palco di piazza Masaccio a San Giovanni Valdarno lunedì 25 agosto alle 21,30 nell’ambito del festival Orientoccidente. Martedì 26 agosto saranno invece a Camaiore per recuperare la data rinviata per maltempo.
Paola, com’è nata la collaborazione con Castaldo?
"Il primo passo forse lo abbiamo fatto insieme".
Ed è scattata subito l’intesa.
"Ci siamo buttati in questa avventura per un duplice motivo. Perché ne Il tempo dei giganti c’era una forte assenza di figure femminili e poi perché entrambi facciamo parte del direttivo di Una, Nessuna, Centomila e riflettiamo costantemente sulla questione delle donne. Perciò è stato naturale voler portare sul palco il contributo delle cantanti alla musica italiana".
Quale criterio avete seguito per la scelta dei brani?
"Ci ha guidati il periodo storico che abbiamo individuato, tra gli anni ‘60 e ‘80, partendo da Mina e arrivando a Loredana Bertè, passando però per alcuni momenti salienti che raccontano quali sono gli uomini che amano e che odiano le donne. All’interno della scaletta ci sono ad esempio Mia Martini e Milva. E quelle che hanno fatto davvero la rivoluzione dei costumi e della società, come Caterina Caselli".
Il vostro messaggio arriva anche alle nuove generazioni?
"La nostra non è un’operazione nostalgia, ma una conservazione della memoria artistica per l’importanza che hanno avuto le donne nella musica. Il pubblico resta ipnotizzato dalle parole di Gino e dal racconto avvincente che precede l’esibizione, perché inquadra bene il periodo storico e incuriosisce anche coloro che non hanno vissuto quell’epoca".
Oggi ci sono talenti in grado di fare la rivoluzione?
"Musicalmente non sento all’interno delle canzoni quell’impegno nella scrittura che possa avere un determinato valore sociale".
Dopo due tour di successo, cosa dobbiamo aspettarci?
"Un libro e un disco! Sarebbe bellissimo. Magari non un disco di cover, ma ispirato alle canzoni e al lavoro che sto facendo con Gino. Qualcosa sicuramente succederà".