Operazione antidroga a Perugia, 150 corrieri arrestati: sequestrati 230 chili di eroina

Dalla Tanzania gestivano un traffico di stupefacenti in mezza Europa. Tutto è partito da Perugia

La conferenza stampa dei carabinieri con il Procuratore Giuseppe Petrazzini

La conferenza stampa dei carabinieri con il Procuratore Giuseppe Petrazzini

Perugia, 2 novembre 2019 - Traduzioni dallo slang di strada in lingua swahili, per incastrare corrieri «ingoiatori» dalla Tanzania, organizzatori di un traffico di droga in mezza Europa. E’ partita dall’Umbria l’operazione che ha portato nelle scorse ore all’emissione di un’ordinanza per le ultime 19 misure cautelari (12 le persone già finite in carcere mentre gli altri restano latitanti) per indagini che sono andate avanti anni da parte del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Perugia, in collaborazione con i Comandi Provinciali dei Carabinieri di Napoli, Caserta e Bologna. I numeri: Sono 105 il totale operazioni in Italia ed all’estero; 143 i corrieri arrestati; 231 i chili di eroina sequestrata per un valore di 35 milioni; 20 i chili di cocaina per 4,2 milioni e poi sono stati recuperati anche 2 chili di Mdma. I dettagli dell’operazione sono stati resi noti in una conferenza stampa con il Procuratore della Repubblica reggente di Perugia – Giuseppe Petrazzini – che si è tenuta oggi alle 11 presso la sala stampa del comando provinciale dei carabinieri di Perugia.

Persone “perbene”. Un’operazione decisamente importante sulla scena della lotta la traffico di droga perché per la prima volta in assoluto individua un’associazione criminale, costituita da soggetti originari della Tanzania e del Burundi. Si tratta di sconosciuti alla giustizia, barbieri, commercianti, attori, imprenditori che conducevano una vita assolutamente modesta, avendo cura di non ostentare mai le proprie, reali (ingentissime) possibilità economiche. I carabinieri hanno ricostruito fatti a partire dall’estate del 2012 partendo da un gruppo di spacciatori di nazionalità tunisina, attivi nella zona della Stazione Ferroviaria di Perugia Fontivegge, Piazza del Bacio e fermata del Minimetrò di via Cortonesese, a cui sequestrarono circa due chili di eroina, arrestando 16 corrieri di cui 5 italiani. Un’investigazione a ritroso per risalire alla fonte di fornitura della droga - dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia in collaborazione della D.C.S.A, del Servizio per la Cooperazione internazionale di Polizia Europol e di Eurojust - ha ricostruito i canali di approvvigionamento dello stupefacente destinato alla piazza perugina, identificando i fornitori intermedi operanti nel casertano, di nazionalità africana (Costa d’Avorio e Nigeria), individuando e arrestando in flagranza, fra questi, un ivoriano di circa 40 anni, affittuario di una villa di proprietà di un esponente del clan dei casalesi. Monitorando i rifornitori dei pushers perugini, poi, è stato individuato un soggetto tanzaniano, il quale gestiva dal nord della Polonia, una fitta rete di trafficanti di eroina dimoranti in ogni angolo del mondo. Un insospettabile sposato con una donna del posto e con figli piccoli, che riusciva a spostare sistematicamente ingenti partite di stupefacente di eroina dai luoghi di produzione fino alle piazze italiane. In swahili. Gli inquirenti hanno ricostruito i flussi di comunicazione ed i conseguenti canali di approvvigionamento e smistamento dello stupefacente, decriptando le migliaia di conversazioni in Swahili, spesso intrattenute in linguaggio di strada e criptico, captate tra i vari protagonisti. individuare gli “epicentri operativi” di partenza della droga. Le rotte della droga. Fino al 2013, i corrieri partivano direttamente dai luoghi di produzione dello stupefacente, Africa orientale, Pakistan, Cina, Laos (eroina grezza in grani), America latina (cocaina nelle varie forme: pasta, liquida ed in polvere). Dopo i primi sequestri, la droga proveniente sempre dai paesi di produzione, veniva stoccata in Tanzania, Sud Africa e Brasile. Da questi Paesi, cambiando di mano, veniva trasportata in verso il nord europa da dove poi, cambiando ancora una volta di mano, raggiungeva l’Italia utilizzando i mezzi più disparati: vettori aerei, navi cargo, traghetti, treni, pulman, taxi, autovetture private. Successivamente gli organizzatori hanno iniziato ad utilizzare corrieri non più africani ma europei: italiani, greci, spagnoli, bulgari, ungheresi.