MAURIZIO COSTANZO
Cronaca

8 novembre 1934, Nobel a Pirandello. E il suo “Pagliacciate!” passò alla storia

Quella volta che fuggì alle urla della folla delusa dopo aver visto ‘Sei personaggi in cerca d’autore’ e il rapporto col figlio Stefano, che scelse di essere un autore postumo per evitare il confronto col padre

Pirandello (foto Ansa)

Pirandello (foto Ansa)

Firenze, 8 novembre 2023 – Era l’8 novembre del 1934 quando l'Accademia di Svezia conferì a Luigi Pirandello il Premio Nobel per la letteratura. Non per un'opera in particolare, ma in generale per la sua intera produzione letteraria. Nella motivazione si legge che il riconoscimento fu assegnato al grande scrittore drammaturgo "per il suo audace e ingegnoso rilancio dell'arte drammatica e scenica". Non si può comprendere a fondo Pirandello senza conoscere i suoi rapporti famigliari, non sempre facili con la moglie Maria Antonietta, che poi impazzì, e con i figli Stefano, Lietta e Fausto. Ma è con il primogenito, suo assistente fino alla fine, che Pirandello ebbe un rapporto speciale, come avrebbe poi rivelato un eccezionale carteggio tra i due. Parlavano di tutto. Anche Stefano aveva la vena dello scrittore, offrendo come autore un interessante spaccato del '900, anche se fortemente autobiografico. Tuttavia, poichè voleva che pubblico e critica lo guardassero con la giusta distanza e non nel confronto con il padre, scelse di essere uno scrittore postumo. I temi centrali della poetica pirandelliana sono diversi, tra cui l'incomunicabilità, l'impossibilità di conoscere la verità, l'identità, le angosce, la morte. E proprio per essere interessato all'uomo e al racconto di tematiche esistenziali, che ancora oggi resta un autore attualissimo. La casa di Pirandello è rimasta intatta dopo la sua morte. Rivolgere lo sguardo alla sua vita famigliare e alle sue passioni serve infatti a introdurre al suo mondo d'artista, poetico e filosofico, anticipatore di tante delle questioni centrali della cultura del Novecento. Pirandello era abituato a stupire e rompere gli schemi: basti pensare all'agitato debutto di ‘Sei personaggi in cerca d’autore’, un'opera assolutamente innovativa per l’epoca, che segnerà la storia del teatro e della letteratura moderna. Terminato il primo atto, gli attori furono chiamati cinque volte alla ribalta, tra calorosi battimani e urla, in un crescendo che riscaldò gli animi di chi era entusiasta e di chi invece si sentiva preso in giro. Era il 9 maggio del 1921, terminata da mezz'ora la prima rappresentazione assoluta dei 'Sei personaggi in cerca d'autore' e gli aspri scontri verbali tra i sostenitori e i detrattori di Pirandello divennero anche fisici. Lui, apparentemente calmo, dopo aver salutato e ringraziato gli attori per non essersi fatti intimidire ed essere giunti sino alla fine, uscì sul retro con la figlia Lietta che avrebbe voluto spedire a casa per sottrarla a quel ''burrascoso battesimo'' come scriverà Arnaldo Frateili, che vide poi Pirandello infilarsi veloce anche lui con la giovane su un provvidenziale taxi per sfuggire alla gente, che lo aveva riconosciuto e circondato lanciandogli monetine. Una curiosità: la sua postazione di scrittura, un basso tavolinetto con sgabello e la macchina da scrivere, venne immortalata in tante foto quell’8 novembre, giorno della notizia del Nobel nel 1934. Quando, circondato dai giornalisti, Pirandello cominciò a battere su un foglio ripetutamente la parola: 'Pagliacciate!'.

Nasce oggi

Virna Lisi nata l’8 novembre del 1936 a Jesi. Icona del cinema italiano, premiata a Cannes, due David di Donatello alla carriera, è stata interprete intensa al cinema e in tv. Per la sua bellezza e il suo talento, Hollywood la chiamò nell'epoca in cui, a metà anni '60, cercava disperatamente una nuova Marilyn Monroe eppure lei seppe dire di no perchè alla 'macchina' dell'industria americana preferì il cinema italiano ed europeo. Una vicenda che costò all'attrice anche una salatissima penale per la rescissione anticipata dal contratto. Ha detto: “Non sono gli anni che fanno invecchiare una persona, ma i dispiaceri”.