'Ndrangheta infiltrata nella politica. Toscana, rapporto choc della Dia

La Direzione antimafia focalizza le presunte commistioni tra cosche, economia e amministrazioni pubbliche

Rilievi aerei nell’ambito dell’inchiesta sul keu

Rilievi aerei nell’ambito dell’inchiesta sul keu

Firenze, 8 aprile 2022 - «Le attività info-investigative pregresse ed attuali hanno evidenziato la capacità di erosione del tessuto economico toscano, soprattutto della ‘ndrangheta e della camorra e in misura meno diffusa di Cosa Nostra, per la quale è stata comunque accertata la presenza sul territorio di soggetti affiliati o contigui alle varie famiglie mafiose siciliane stabilitesi nella regione. Particolarmente accentuata sembrerebbe anche la capacità della ‘ndrangheta di infiltrare il settore politico-amministrativo regionale". Il rapporto semestrale della Direzione investigativa antimafia, riferito alla prima parte del 2021, ribadisce l’allarme.

Le ultime inchieste, ’Keu’, ’Geppo’ e ’Calatruria, hanno messo in luce la capacità delle cosche, soprattutto quelle calabresi, di insinuarsi nel tessuto di casa nostra. Fino a contaminarlo, in tutti i sensi.

«Il filone di indagine ‘Calatruria’ - dice il rapporto - ha permesso di evidenziare le infiltrazioni di elementi contigui alla citata ‘ndrina sul mercato del movimento terra e fornitura inerti insinuandosi di fatto in importanti commesse pubbliche. Il rilevante castello indiziario raccolto in tale contesto evidenzia al di là degli episodi clamorosi di intimidazione, un sodalizio tra gli indagati finalizzato ad acquisire il monopolio di attività economiche del settore".

In questo caso l’imposizione sul mercato specifico "è stata resa possibile dalla presenza di due grossi esponenti della criminalità calabrese, operanti in Toscana". Nell’inchiesta ‘Keu’, invece, "sono stati indagati imprenditori locali di rilievo nel settore conciario", un comparto "trainante dell’economia che interessa le province di Pisa e Firenze. Tali imprenditori avrebbero allestito un’attività organizzata per la gestione abusiva di ingenti quantitativi di rifiuti, liquami e fanghi industriali contaminati che venivano convogliati nei sistemi di depurazione in violazione di legge o autorizzazioni e allontanati dagli impianti sotto forma di fanghi di trattamento senza alcuna traccia di quantità, qualità e natura".

Gli indagati "avrebbero posto in essere reiterate condotte di interferenza e pressione sull’azione della pubblica amministrazione, segnatamente Regione Toscana, Comune di Santa Croce e Arpat, anche concorrendo i vertici del sodalizio in vari delitti contro la pubblica amministrazione". Con ’Geppo’, fari puntati sul porto di Livorno, destinazione di "ingente approvvigionamento di cocaina dal Sud America". Mercato degli stupefacenti che coinvolge "anche la criminalità maghrebina e nigeriana, sia attiva nel traffico e nello spaccio ma anche nella commissione di reati predatori" che riguardano la costa e l’asse Lucca, Pistoia, Prato.