
Un'opera di Silvio Natali
Firenze, 11 gennaio 2024 – Apprezzato medico di professione e pittore per passione. Un amore, quello per la pittura, partito da lontano ("mia madre, ferrarese, veniva da una famiglia di artisti e mise un pennello in mano a me e a mio fratello quando eravamo molto piccoli") e che molto lontano lo ha portato visto che Silvio Natali, di Corridonia in provincia di Macerata, può vantare qualcosa come oltre 400 esposizioni, tra collettive e personali, in Italia e all’estero. Un tratto immediatamente riconoscibile, quello dei suoi quadri, e un cuore grande e generoso. Ha infatti donato 30 opere, attualmente disponibili sul portale online della storica casa d’aste Pandolfini di Firenze (attiva fino al 24 gennaio, www.pandolfini.it ).
Una iniziativa organizzata insieme a La Nazione: il ricavato dalla vendita di quadri – in asta senza prezzo di riserva pur avendo stime di tutto rispetto e sulle cui aggiudicazioni la casa Pandolfini non applicherà commissioni – sarà destinato alla raccolta fondi promossa dalle testate del nostro gruppo editoriale (La Nazione, il Resto del Carlino e Il Giorno) per gli alluvionati della Toscana in seguito al devastante evento del novembre scorso.
Come è nata questa iniziativa?
"Volevo fare qualcosa per aiutare chi ha perso tutto o comunque ha subìto gravi danni per colpa dell’alluvione. E quando ho letto della sottoscrizione promossa dal giornale ho pensato che fosse una buona strada per riuscirci".
Lei ha esercitato per molti anni come medico.
"Sì, prima come medico di famiglia: avevo 2.200 assistiti, poi la legge ci impose di scendere a 1.800 ma avrei dovuto scegliere io chi abbandonare e chi tenere. Non avrei mai potuto farlo e allora sono passato a tempo pieno in ospedale (ho la specializzazione in medicina del lavoro e in dermatologia)".
Ma la pittura è la passione di una vita.
"All’inizio mi divertivo anche a disegnare: e così incorniciai alcuni schizzi per le pareti del mio studio in ospedale. Un giorno capitò un famoso critico d’arte, che era venuto a trovare un suo congiunto e mi chiese di poter conoscere l’autore di quelle opere. Fu così che mi propose di iniziare a esporre".
Poi cosa è accaduto?
"E’ stato sempre lui a spingermi a provare a dipingere con l’acrilico, una tecnica che ha permesso di ampliare quello che realizzavo con il disegno rendendo ancora più identificabile il segno delle mie opere".
Fino alla prima personale.
"Sì, a palazzo Massari a Ferrara, una grande emozione. Oggi sono a più di 400 esposizioni in Italia e all’estero".
Può vantare anche l’amicizia con il compositore statunitense Alex Wurman.
"Entrammo in contatto nell’epoca del Covid: mi chiese di realizzare un’opera che rappresentasse la sua attività di musicista spesso impegnato in tournée. Il risultato fu gradito e lui per ricambiare, nel settembre del 2022, è venuto a Corridonia e ha suonato al pianoforte in occasione di una mia mostra. È stato il linguaggio dell’arte ad unirci, lui con la musica, io con le mie opere".