Morti sul lavoro, strage infinita. “Emozione e sdegno non bastano, risorse per la sicurezza"

Mcl lancia una campagna di sensibilizzazione e sollecitazione, puntando ad azioni concrete. "L’istituto protrebbe finanziare a fondo le aziende che investono in azioni contro gli infortuni"

Diva Gonfiantini

Diva Gonfiantini

Firenze, 21 aprile 2024 - Una campagna di sensibilizzazione e di sollecitazione perché emozioni e sdegno si tramutino in una mobilitazione per la dignità e la sicurezza nei luoghi di lavoro. E’ quella che ha lanciato, all’indomani della tragedia del cantiere di via Mariti a Firenze, Mcl, il Movimento cristiano lavoratori della Toscana. Perché l’obiettivo resta uno solo: fermare le morti sul lavoro. Sul territorio fiorentino la referente Mcl è Diva Gonfiantini.

In cosa consiste la vostra campagna?

"Ispettorati del lavoro e servizi di prevenzione delle Usl lamentano di avere poco personale, i sindacati proclamano scioperi di protesta, dai governi regionali e nazionali come dalle forze politiche arrivano puntualmente parole di condanna e annunci di nuove strategie, ma purtroppo le morti continuano. Con questa campagna vogliamo organizzare dei momenti di riflessione e confronto su questo tema, prima a livello di circoli, come abbiamo fatto a Firenze una settimana fa, e come faremo in altre province toscane, poi la nostra intenzione è attivarsi con azioni concrete sul fronte della formazione dei lavoratori, che riteniamo indispensabile per prevenire il rischio di incidenti sul lavoro".

Il vostro presidente nazionale, Alfonso Luzzi, ha tirato in causa l’Inail...

"Si tratta di una proposta concreta per contrastare le morti sul lavoro. Tra i soggetti che possono dare sostegno maggiore perché sia garantita la sicurezza sul lavoro è senz’altro l’Inail, che chiude ogni anno il bilancio con importanti avanzi d’esercizio. Risorse che, fatti salvi gli obblighi nei confronti degli assicurati, potrebbero essere utilizzate, almeno in parte, per sostenere gli investimenti in sicurezza".

In che modo?

"Come ha spiegato il nostro presidente nazionale, un modo potrebbe essere quello di aumentare le risorse che annualmente l’Istituto destina al bando lsi per il finanziamento a fondo perduto per il rimborso delle spese che le aziende sostengono per la sicurezza. Oggi, infatti, solamente poco più del 20% delle aziende che partecipa al bando riesce ad accedervi".

Lavorerete anche con le scuole?

"Sì, stiamo valutando di trovare delle forme di collaborazione con le scuole per sensibilizzare su questo tema i giovani studenti, che domani diventeranno dei lavoratori. Perché ci sono delle morti sul lavoro che probabilmente non possono essere evitate, come quella dell’Emilia Romagna, che ritengo una disgrazia, ma tante altre sì, come ad esempio quella di Firenze, che è costata la vita a cinque operai. In quel cantiere, oltre ad essere stato utilizzato materiale scadente, secondo quanto emerso, molto probabilmente i lavoratori non erano preparati per fare quelle lavorazioni. E, ovviamente, ognuno deve fare la sua parte per scongiurare le morti sul lavoro, a partire dagli imprenditori e dai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, che non devono mai abbassare la guardia. Le leggi ci sono, bisognerebbe fossero applicate e che ci fossero più controlli. Invece, spesso, finita l’emozione che segue la tragedia, tutto torna come prima".