REDAZIONE CRONACA

Montevarchi sostiene la campagna “Non sono un bersaglio” della Croce Rossa Italiana contro la violenza al personale sanitario

Il Sindaco Silvia Chiassai Martini, accompagnata dal Sottotenente Leopoldo Pompili del Corpo Militare Volontario della CRI, ha espresso il pieno sostegno all’iniziativa

Arezzo, 14 giugno 2025 – Montevarchi sostiene la campagna “Non sono un bersaglio” della Croce Rossa Italiana contro la violenza al personale sanitario

“Non sono un bersaglio” è la campagna promossa dalla Croce Rossa Italiana per contrastare violenze e aggressioni contro il personale sanitario, un fenomeno purtroppo in crescente aumento. Il Sindaco Silvia Chiassai Martini, accompagnata dal Sottotenente Leopoldo Pompili del Corpo Militare Volontario della CRI, ha espresso il pieno sostegno all’iniziativa, ribadendo il valore della Croce Rossa Italiana come esempio a livello internazionale, senza dimenticare l’impegno straordinario svolto per la comunità durante la pandemia.

Sabato 21 giugno, dalle ore 9.00 alle 12.30, in Piazza Vittorio Veneto sarà allestito un gazebo informativo in cui saranno presenti personale militare, infermiere volontarie e un esperto in Diritto Internazionale Umanitario, per sensibilizzare la cittadinanza sull’importanza di chi opera ogni giorno in sanità

«Siamo onorati che la Croce Rossa Italiana abbia scelto Montevarchi come capofila in Toscana per promuovere questa importante campagna di sensibilizzazione – afferma il Sindaco Chiassai Martini – Conosciamo il valore e l’impegno dei volontari, in Italia e all’estero, e siamo particolarmente grati per il contributo fondamentale dato alla nostra comunità durante l’emergenza Covid. Grazie alla loro professionalità e disponibilità, siamo riusciti ad effettuare oltre 7.000 tamponi antigenici gratuiti. Oggi vogliamo accendere i riflettori su un problema critico rappresentato dalla sicurezza degli operatori sanitari, medici, infermieri, Oss e soccorritori, spesso vittime di aggressioni, verbali e fisiche, da parte di cittadini esasperati per i ritardi dei servizi, liste di attesa, mancanza di posto letti, carenza di personale. Tuttavia, le responsabilità delle inefficienze del sistema non possono e non devono ricadere su chi ogni giorno lavora con dedizione, spesso in condizioni estremamente difficili. Le statistiche parlano chiaro, 8 operatori sanitari su 10 in Italia hanno subito episodi di violenza verbale o fisica. L’iniziativa di sabato 21 giugno vuole contribuire al rispetto verso i sanitari tenendo presente che la nostra vita è nelle loro mani”

“Non sono un bersaglio” - aggiunge il Sottotenente Pompili - vuole far riflettere e sensibilizzare i cittadini, per fermare le aggressioni che avvengono non solo in contesti di guerra, ma troppo spesso anche sul nostro territorio, nei pronto soccorso, sulle ambulanze, negli ospedali. Saremo presenti in Piazza Vittorio Veneto per dire basta a comportamenti violenti e ingiustificabili verso chi opera per difendere la vita, in Italia e nel mondo”