Pugno duro verso il ristorante sempre aperto: Palazzo Vecchio revoca la licenza a "Tito"

"Sigil li rimossi e reiterata inosservanza dell’obbligo di rimanere chiuso", dice il provvedimento. Il leader di ’Io Apro’: "Vado avanti"

Momi El Hawi, titolare di un ristorante in via Baracca e leader di ’Io Apro’

Momi El Hawi, titolare di un ristorante in via Baracca e leader di ’Io Apro’

FIRENZE, 13 maggio 2021 - Pugno d uro contro Momi El Hawi, titolare del ristorante "Tito" di via Baracca, locale che detiene il record di infrazioni inanellate contro le chiusure causa covid, e leader del movimento nazionale “Io apro“. Ieri, gli uffici di Palazzo Vecchio, gli hanno notificato un provvedimento choc: l’avvio della procedura che porterà alla chiusura definitiva dell’attività di somministrazione di alimenti e bevande. A far scattare l’iter, condiviso dall’amministrazione e dal prefetto Alessandra Guidi, sono state le "numerose violazioni alle normative anticovid" e l’"inosservanza dei provvedimenti di sospensione dell’attività". "Tito", com’è noto, non ha mai obbedito alle numerose contestazioni che gli son state mosse, in ogni colore: zona rossa, zona arancione o zona gialla, Momi ha sempre aperto ogni sera, fregandosene di multe, ordinanze di chiusura e sigilli. E delle denunce. Anche se adesso, proprio il suo atteggiamento ’ribelle’ è ricompreso nella maxi sanzione comminatagli.

"Le violazioni contestate hanno riguardato la reiterata inosservanza dell’obbligo di rimanere chiuso e la rimozione dei sigilli apposti al locale - spiega una nota di Palazzo Vecchio -, chiara manifestazione del dispregio delle regole di condotta a presidio della salute e della sicurezza pubblica e dei criteri di leale concorrenza che dovrebbero orientare il comportamento non solo di chi opera in un delicato settore del commercio pubblico ma di qualunque cittadino". Ma Momi, in questo momento fuori città, risponderà battagliando anche a quest’ultima controffensiva. Innanzitutto, ha dieci giorni di tempo dalla notifica dell’avvio del procedimento per presentare memorie scritte e documenti.

Entro un mese, stabilisce la legge, il contenzioso dovrà comunque risolversi. "Una cosa assurda, percorremo ogni strada, e continueremo a lavorare", dice il ristoratore. Stefano Agnesini, presidente di Confederazione Imprese per l’Italia, che ingloba ’Io apro’, contesta duramente la posizione dell’amministrazione fiorentina. "Metteremo in campo la nostra task force di legali e chiederò un incontro al sindaco Nardella - dice Agnesini -. Condanniamo l’accanimento nei confronti del nostro ristoratore, Momi non è un delinquente ma un imprenditore che combatte una battaglia per non mandare in mezzo a una strada i suoi cinquanta dipendenti, che è rimasto aperto per necessità aziendale ma anche per mandare un messaggio sindacale a tutti gli iscritti".