
Perugia, 8 novembre 2023 – Aveva tentato di uccidere due magistrati in servizio al Tribunale civile di Perugia. Ieri è stato rintracciato dai carabinieri che hanno eseguito l’ordine di arresto dopo la revoca della sospensione del differimento provvisorio dell’esecuzione della pena. L’uomo, condannato a 12 anni di carcere, doveva scontare gli arresti domiciliari in una struttura terapeutica di Passignano sul Trasimeno ed è stato portato a Capanne. La revoca della sospensione della pena è stata decisa dopo le gravi minacce di morte nei confronti dello psichiatra che lo aveva in cura. Il 59enne si sarebbe rifiutato di sottoporsi alla visita specialistica di controllo, necessaria ai fini della permanenza nella struttura. Per tale motivo il magistrato di sorveglianza, "rilevate le espressioni gravemente minacciose usate dai condannato all’indirizzo dei medici, considerato che, allo stato, appare inidoneità la struttura ospitante descritta come ‘non idonea’ a contenere adeguatamente la pericolosità del condannato" ha sospeso il differimento provvisorio dell’esecuzione della pena, ordinando l’immediato accompagnamento in carcere del condannato. Ordine eseguito dai carabinieri di Passignano.
Un fatto che Perugia non può dimenticare, quando nel 2017 l’uomo si era presentato in tribunale e aveva ferito con un coltello due magistrati e un impiegato amministrativo. L’uomo, titolare di un albergo fallito, era entrato nell’ufficio della giudice Francesca Altrui per aggredirla alle spalle con un coltello per poi ferire il magistrato Umberto Rana, intervenuto per soccorrere la collega. Ferito anche un impiegato che aveva tentato di fermare il 59enne.
Secondo la sentenza della Cassazione, che aveva chiuso il procedimento rigettando il ricorso de 59enne, l’uomo aveva premeditato il gesto. Bersaglio del suo rancore era il giudice che per un lungo periodo aveva seguito la procedura di espropriazione dell’immobile della sua famiglia. E aveva individuato la "responsabile" della cattiva sorte della sua causa civile e quella mattina aveva riposto nella borsa due coltelli prima di prendere un treno da casa sua, a Spello, e raggiungere Perugia. Un gesto premeditato, il cui oggetto "dell’odio" era proprio la giudice Altrui.