L'ira dei genitori del Michelangelo: "No al trasferimento dei nostri ragazzi"

Una lettera indirizzata alla preside e alle istituzioni: “Abbiamo saputo dei lavori alla scuola, ma nessuno ci ha informato. È stato violato il patto di corresponsabilità scuola-famiglia"

L'ingresso del liceo Michelangiolo, in via della Colonna

L'ingresso del liceo Michelangiolo, in via della Colonna

Firenze, 18 maggio 2022 - I genitori del liceo classico Michelangelo a Firenze, la storica scuola in via della Colonna, non ci stanno e promettono battaglia dopo la decisione di trasferire due sezioni e quindi dieci classi. Il Comitato dei genitori ha infatti inviato una lettera indirizzata alla preside Gilda Tortora, al sindaco di Firenze Dario Nardella, al presidente della Regione Eugenio Giani coinvolgendo anche gli assessori competenti Sara Funaro (per il Comune), Alessandra Nardini (per la Regione), Massimo Fratini (che è responsabile dell'edilizia scolastica della Città metropolitana) e il garante dell'infanzia Camilla Bianchi.

“Abbiamo appreso non dai canali ufficiali della scuola dei lavori al Michelangiolo, della durata di 510 giorni, e delle sedi sostitutive proposte dalla Città metropolitana, in via Chiantigiana e in via dell'Erta Canina – si legge nella lettera -. Negli open day non è stata fatta alcuna menzione alle famiglie di questi lavori che sono programmati da tempo. Riteniamo che sia stato violato il patto di corresponsabilità scuola-famiglia”. Secondo il comitato dei genitori “il trasferimento di due sezioni, vale a dire dieci classi, è da escludere, ancora di più dopo i due anni difficili che i ragazzi hanno dovuto affrontare tra pandemia e Dad”. Non ci saranno “sconti” e il comitato attende un “immediato riscontro positivo”. Una formula piuttosto dura, che diventa durissima nel momento in cui si precisa che “al fine di tutelare la meglio il diritto allo studio dei nostri figli saremo costretti ad adire le opportune vie e a valutare il trasferimento dei nostri figli presso altri istituti scolastici”.

Insomma polemiche a non finire. È stato inoltre fatto presente che “anche nella vicina scuola Cairoli, che da anni ha ceduto l'ultimo piano della sua sede in uso al nostro liceo, per accordi tra Comune e Città metropolitana, sono previsti lavori che prevedono l'impiego dei fondi Pnrr e per questo motivo non rimandabili. Ci risulta alquanto difficile credere che due enti pubblici, Comune e Città metropolitana, non si siano potuti accordare e coordinare per limitare il disagio per entrambe le scuole”. E tutto questo è stato fatto oltretutto “senza informare gli attori della scuola”. La sensazione è che la storia sia soltanto all'inizio.

Niccolò Gramigni