ANGELA BALDI
Cronaca

Mengo, la carica dei 50mila: «Chiusa un’edizione memorabile, adesso il nuovo bando del Comune»

Il direttore artistico del Festival: «Non sia solo di politiche giovanili, è limitante». In 13mila per Lucio Corsi, fino alla festa finale con Pupo mattatore. I progetti per il 2026

mengo

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Arezzo, 15 luglio 2025 – In media diecimila spettatori a serata, molti di più quelli che hanno affollato la notte di Lucio Corsi, cinquemila i biglietti staccati per quella a pagamento degli Afterhours di Manuel Agnelli, fino alla festa finale di domenica sera che ha visto al Prato un pubblico intergenerazionale per il grande concerto di Pupo che ad Arezzo ha lanciato il suo tour mondiale per i 50 anni di carriera. Un evento che Enzo Ghinazzi ha regalato alla sua città cantando i brani del nuovo disco e successi intramontabili come Gelato al Cioccolato, Su di Noi e l’immancabile inno dell’Arezzo calcio. Ha chiuso i battenti l’edizione 2025 del Mengo Music Fest, che per sei giorni dall’8 al 13 luglio, ha portato ad Arezzo i protagonisti della musica italiana e il suo regista già pensa al futuro.

Paco Mengozzi, appena archiviata l’edizione numero 21 l’arrivederci per il pubblico è al 2026, la macchina organizzativa è già al lavoro?

“Questa settimana ci dedichiamo al ripristino dell’area del Prato e alla gestione smontaggi, poi la macchina riparte per l’anno prossimo e per gli appuntamenti che sono dietro l’angolo. Come il concerto di Emma Nolde il 1 agosto tra gli appuntamenti di Estate in Fortezza, per cui partirà la prevendita a biglietto simbolico 5 euro e poi il Warehouse Decibel fest il 13 settembre, fino agli appuntamenti a Castiglione della Pesciaia. Andiamo avanti su tutti i fronti e ovviamente anche per il Mengo 2026”.7

Ha aperto l’evento in memoria di Paolo Benvegnù con una carrellata di artisti che lo hanno ricordato sul palco, dai Benvegnù ad Irene Grandi e Piero Pelù, poi il super atteso Lucio Corsi, gli Afterhours di Manuel Agnelli, e la chiusura con la data zero del tour mondiale di Pupo.

E’ stata un’edizione da ricordare, quale la serata più partecipata e quella più impegnativa quest’anno?

“Questa è stata un’edizione storica, indimenticabile sia perché una delle poche così lunghe, solo una volta avevamo fatto 6 serate, sia per la partecipazione di pubblico. C’erano una serie di occasioni irrinunciabili dalla serata in ricordo di Paolo Benvegnù, quasi un festival nel festival per i tanti artisti che si sono avvicendati sul palco, al finale di Pupo una serata memorabile per i 50 anni di carriera. Dal punto di vista dei numeri la serata di Lucio Corsi ha battuto qualsiasi record: nell’arco della serata si sono avvicendate oltre 13mila persone, 5mila per quella a pagamento del sabato, novemila le persone arrivate per Pupo. Oltre 50mila nella sei giorni, è stata un’edizione pazzesca, tutte le serate sono state caratterizzate dalla grande risposta del pubblico”.

Al lavoro tanti volontari e una rodata macchina della sicurezza, quante persone intorno al Mengo?

“Una serata mette in movimento quasi 200 persone, con oltre 100 volontari a turnazioni tra casse, backstage, info point. Poi la sicurezza di Ombra le associazioni dei carabinieri, sanitari, vigili del fuoco. Tutto si è svolto senza intoppi”.

Quest’anno scadeva il bando comunale, poi prorogato di uno, l’amministrazione per voce dell’assessore Scapecchi ha già espresso la volontà di pubblicarne uno pluriennale per un altro festival estivo nella prima parte del 2026. Come la Rai per Sanremo, c’è apprensione per il nuovo bando?

“Si alza l’asticella del progetto, se viene fatto un bando per un festival giovanile ad Arezzo oggi esiste già, è una forma di trasparenza e correttezza. Ovvio che se arriva un proposta di grandissimo profilo può aspirare a prendere quel supporto dal Comune. Ma la fine di questo ciclo del 3 più uno, ha portato il festival in maniera chiara ed evidente a una crescita anche dell’indotto, sia per copertura mediatica che per collaborazioni con Intour e Discover. Si è sbloccato un meccanismo di attenzione sul festival che ha una ricaduta e porta a volerci essere. Vorremmo fosse l’inizio di un percorso di marketing territoriale legato alla manifestazione. Obiettivo portare indotto nella città, come successo con Lucio Corsi quando le file di macchine arrivano a Tregozzano ed era bloccato viale Santa Margherita, la capienza degli hotel era al 100%. Quella è la direzione giusta in cui andare, tanta gente hanno smosso anche Afterhours e Pupo. Ora il festival è in grado di ambire ad ospiti internazionali. Il bando del comune dovrebbe uniformarsi non per il Mengo ma a questa logica. Il fatto che si solo di politiche giovanili è un errore, si parla anche di turismo e cultura sociale. Le politiche giovanili da sole potevano andare bene a Tortaia, adesso è limitante, qui si parla anche di promozione del territorio. Ha funzionato anche avere gli artisti qua per più giorni come Lucio Corsi che ha visitato città e affreschi. La manifestazione raccoglie ormai una trasversalità di interessi e la collaborazione col Comune deve andare in quella direzione. C’è un cambio di amministrazione in corso, ma per il futuro dico facciamo squadra costruiamo una strategia condivisa rispetto al festival”.

La location ideale resterà quella del Prato con la formula gratuita?

“Siamo convintissimi della location per la dimensione che ha il festival e per valorizzare il centro, si può però lavorare per ampliare la proposta magari ad un secondo stage in Fortezza o nel centro più basso. L’idea è di aver e un equilibrio tra gratuito e biglietto tutto legato anche all’aspetto di costruzione, se Comune e sponsor lo permettono potremmo avere grandi ospiti con ticket che alzano il livello della promozione. Grande successo anche il Cult da Sugar e per i progetti di inclusività e charity con Oxfam”.