Un elenco di medicinali in vendita solo nelle farmacie ospedaliere e nei punti farmaceutici di continuità. Lo ha predisposto la giunta toscana, in un provvedimento che sarà discusso in questi giorni dal Consiglio regionale, ma che ha già scatenato la rabbia dei farmacisti. La decisione è stata formalizzata nella proposta di legge sulle "Disposizioni di carattere finanziario", in un atto collegato alla legge di stabilità 2025 e ha come finalità il contenimento della spesa farmaceutica. Riguarda i "farmaci di classe A non presenti nel prontuario della continuità ospedale territorio, che presentino un differenziale di costo tra erogazione in convenzionata e distribuzione diretta superiore al 30% e che siano, alternativamente, soggetti a prescrizione specialistica limitativa o a compilazione del piano terapeutico specialistico ai fini della concedibilità a carico del servizio sanitario nazionale". Si tratta, insomma, soprattutto di medicinali molto costosi e mirati a patologie poco comuni. Immediata la redazione di Federfarma Toscana, il cui presidente, Andrea Giacomelli, ha inviato una lettera al presidente Giani parlando di "misure che, se messe in atto, scardinano l’essenza del servizio farmaceutico territoriale". "Se tale disposto non verrà modificato — scrive — pur avendo rilasciato parere favorevole a un nuovo accordo relativo alla distribuzione di dispositivi medici ed altri prodotti farmaceutici, questo non verrà sottoscritto e le farmacie cesseranno tale attività al 31 dicembre 2024, valutando anche la cessazione di ogni altro servizio non inerente alla dispensazione dei farmaci". Simile la posizione di Confservizi Cispel Toscana. "Qualora queste misure venissero attuate — commenta il presidente, Nicola Perini — la sostenibilità economica delle farmacie sarebbe messa a forte rischio, vanificando anni di impegno comune per realizzare quel concetto di farmacia dei servizi che ha l’obiettivo di dare ai cittadini un presidio medico di prossimità. Il sistema delle farmacie pubbliche toscane auspica che la Regione riveda questa volontà, rendendosi disponibile a un confronto". "La Regione non ha alcuna volontà di costruire una rete moderna di farmacie di servizi — dice ilconsigliere regionale FdI Diego Petrucci – . Anziché implementare le funzioni di presidi territoriali già aperti e disponibili, ha deciso di penalizzarli. Chi ci rimette è il cittadino che per reperire specifici farmaci sarà costretto ad andare nelle farmacie ospedaliere. Come può fare un anziano senza patente che vive in Mugello o in Garfagnana? Farò il possibile affinché l’articolo sia cassato". Spetterà ora all’aula decidere, ma certo la coperta è corta e pare che la manovra sui farmaci faccia risparmiare 5 milioni. "Nell’ultimo anno — dice il governatore Eugenio Giani — abbiamo visto una forte lievitazione della spesa farmaceutica, con circa 100 milioni di euro in più. Dobbiamo fare il possibile per ridurla, nell’interesse dei cittadini. Abbiamo lavorato con i medici di base sul tema dell’appropriatezza, ma occorre percorrere ogni strada".
CronacaMedicinali, si cambia. E le farmacie sono sul piede di guerra