np_user_4025247_000000
ILARIA ULIVELLI
Cronaca

Carenza di medici, ma gli atenei bloccano le assunzioni degli specializzandi

In Toscana 2.700 gli specialisti in formazione (dal terzo al quinto anno) che potrebbero accedere ai concorsi per un posto a tempo indeterminato. "Le università fanno muro per non perdere manodopera a basso costo"

Una manifestazione di medici specializzandi
Una manifestazione di medici specializzandi

Firenze, 25 maggio 2023 - C’è fame di medici. Non solo di specialisti (in particolar modo in medicina d’emergenza urgenza, chirurgia e anestesia), ma anche di medici di medicina generale. Purtroppo anche in Toscana, come nella maggior parte delle regioni italiane, ci sono circa 2.700 specializzandi, dal terzo al quinto anno (nelle varie scuole) che potrebbero partecipare a concorsi per essere assunti a tempo indeterminato alla fine del percorso formativo. "Questo consentirebbe di far fronte almeno in parte alla grave carenza di personale, ma la maggior parte degli specializzandi neppure è conoscenza dell’opportunità e le università fanno di tutto per bloccarli, anche negando le autorizzazioni ai vincitori di concorso", denuncia il segretario toscano del sindacato dei medici ospedalieri Anaao Assomed, Gerardo Anastasio.

Questo accade nonostante il cosiddetto decreto Calabria, approvato nel dicembre del 2018, preveda il reclutamento, a partire dal terzo anno, da parte di tutti gli ospedali che fanno parte della rete formativa di una scuola di specializzazione della stessa branca medica. E a dispetto dell’accordo quadro sigliato nel 2020 tra il ministero di Università e ricerca e il ministero della Salute. L’intesa infatti stabilisce che la scuola di specializzazione rediga "entro 15 giorni dalla richiesta dell’azienda sanitaria interessata, un progetto formativo individuale, da allegare al contratto di lavoro".

Che cos’è accaduto in Toscana? "Sono stati bloccati due specializzandi che avevano già preso servizio e tre sono stati fermati dalla Regione Umbria per venire in Toscana: in tutta Italia solo il 10% degli specializzandi che potrebbero essere assunti lo è stato effettivamente", spiega Anastasio. E il motivo è presto detto. "Gli atenei fanno muro perché non vogliono perdere mandopera a basso costo per assistenza e pubblicazioni – incalza il sindacalista – Di fatto gli specializzandi contribuiscono in modo fondamentale a tenere in piedi i reparti. Ma ai medici in formazione viene negato un diritto".

Dai dati della Corte dei Conti risultano assunti in Toscana con contratto libero professionale 169 specializandi. Mentre non sappiamo quanti ne siano stati assunti con decreto Calabria perché la Toscana non ha fornito i dati alla Corte.

Tutto questo accade mentre il cosiddetto decreto Bollette (al comma 1 dell’articolo 14), già votato alla Camera e ora in votazione finale al Senato, prevede di rendere strutturale la possibilità di assumere a tempo determinato i medici specializzandi dal terzo anno, con automatica conversione a tempo indeterminato al conseguimento del titolo, e permette l’assunzione d’ufficio dopo novanta giorni dalla richiesta dell’azienda sanitaria che intende assumere lo specializzando vincitore di regolare concorso pubblico. "Ma contro questa norma gli atenei hanno già alzato le barricate, chiedendo di bloccare una legge votata dal parlamento", dice Anastasio.

Il quadro è desolante. Al netto del fatto che la Toscana ha un esubero, sulla carta, di tremila professionisti della sanità e che deve rientrare, con un piano quinquennal e presentato a Roma, di 130 milioni sulla spesa per il personale del sistema pubblico fissato ai livelli del 2004 meno l’1,4%. Da qui in avanti se il governo nazionale non interverrà per innalzare il limite di spesa per il personale, la Regione sarà costretta ad assumere con il contagocce un numero inferiore di medici rispetto (non solo al fabbisogno crescente) a quanti ne escano dal sistema per pensionamento. E anzi si troverà a dover rinunciare ai pensionati richiamati in servizio e ai contratti libero professionali.