
lo spettacolo
Arezzo, 15 maggio 2025 – Un silenzio attento, profondo, ha avvolto Piazza San Francesco mercoledì sera durante lo spettacolo Dissonanze in Accordo, promosso da Rondine Cittadella della Pace con il patrocinio del Comune di Arezzo, il sostegno della Fondazione Guido d’Arezzo e in collaborazione con la Direzione Regionale Musei Nazionali Toscana. Un evento-testimonianza intenso e toccante, che ha visto protagonisti i giovani studenti provenienti da luoghi di guerra di tutto il mondo, attualmente impegnati nel percorso formativo della Cittadella della Pace.
Cosa significa cercare la pace per chi ha vissuto la guerra? Come si può convivere con il proprio nemico senza odiarlo? Come si supera il conflitto? A queste domande hanno provato a rispondere alcuni ex studenti della World House di Rondine, giovani provenienti da Paesi in guerra che trasformano il conflitto in un’occasione di crescita e cambiamento.
Sul palco, le loro voci hanno intrecciato memorie vere, racconti personali di sofferenza e perdita, ma anche di coraggio, perdono e riscatto. Insieme a loro, la musica di OIDA – Orchestra Instabile di Arezzo ha accompagnato ogni parola con sensibilità e potenza emotiva, creando un racconto collettivo capace di toccare corde profonde e universali.
“È ormai da tanto tempo che Rondine collabora con OIDA per Dissonanze in accordo, un evento che permette ai ragazzi che arrivano da tutte le parti del mondo dai paesi in guerra e che vivono a Rondine per due anni di raccontare la propria testimonianza di pace. OIDA, l'Orchestra Instabile di Arezzo, accompagna queste testimonianze e in qualche modo funziona da ponte perché l'arte, in questo caso la musica, ha il potere magico di superare le barriere e di favorire un dialogo che va al di là delle parole” – ha commentato Paola Butali, presidente di OIDA.
I protagonisti hanno scelto di condividere storie di vita segnate dal conflitto, ma ancora più dalla volontà di uscirne. Ragazzi e ragazze che rifiutano l'etichetta di “nemici” che la storia ha imposto loro, che scelgono ogni giorno di vivere insieme, studiare, costruire relazioni. Rondine è il luogo dove il conflitto non viene negato, ma guardato in faccia per essere trasformato.
A spiegare il senso più profondo dello spettacolo, le parole di Franco Vaccari, fondatore di Rondine: “Dissonanze in Accordo nacque 13 anni fa, quando i giovani di Rondine decisero di essere pronti per dare una testimonianza del loro percorso. Un evento per raccontare la propria vita in pubblico, accompagnata, valorizzata dall'arte, dalla bellezza, perché i giovani che escono dall'inganno del nemico e si impegnano per la pace sono una bellezza. Bellezza che continuerà a YouTopic Fest, dal 6 all’8 giugno, quando i tre giorni disarmanti di Rondine quest'anno inizieranno con la presenza del Presidente Mattarella che vuole lanciare un fortissimo messaggio per la pace proprio dal luogo dove la pace si fa ogni giorno con la fatica, il dolore ma anche il coraggio dei giovani che sono sempre l'avanguardia: sono il futuro.”
Il pubblico ha ascoltato in silenzio la lettera di Mariam, giovane armena segnata dalla guerra nel Nagorno-Karabakh. Un monologo che ha attraversato la memoria di un’intera generazione:
“Dopo la guerra, le persone che amo non sono più le stesse. La guerra cambia le persone. La guerra ruba i sorrisi. La guerra porta via i colori. Dentro di me c’è il dolore più triste, un vuoto enorme, che quasi posso toccare. (…) Voglio che le persone non mi chiedano solo della guerra, ma anche della tua pace. I ricordi della casa sono più grandi della guerra, dell’assedio, della deportazione.”
Tra le voci più potenti della serata, quella di Adelina, originaria del Kosovo. Il suo testo ha toccato con lucidità e profondità le ferite del silenzio tramandato nelle famiglie segnate dalla guerra:
“Perché ho sempre lasciato la stanza quando i miei genitori cominciavano a parlare della guerra in Kosovo? (...) Giusto! Ho ventotto anni e devo venire a Rondine per iniziare a imparare cosa è successo nel mio paese. Perché ho scelto di imparare la storia del mio nemico prima della mia? (...) E con me rimane quel ‘Mi dispiace’, arrivato da chi meno me lo aspettavo.”
Subito dopo, la testimonianza di Ahmad, giovane proveniente dal Medioriente, ha attraversato le ferite più intime del conflitto vissuto e interiorizzato. La sua poesia, rivolta a sé stesso, ha dato voce a chi, pur trovandosi in un luogo sicuro, continua a portare dentro il campo di battaglia:
“Sei partito con la speranza di un futuro diverso, pensando che bastasse cambiare luogo per sentirti libero. Ma nessuno ti aveva preparato a cosa succede quando ti porti dentro la guerra, anche in tempo di pace. (…) Hai provato a spiegare, a raccontare, ma ti sei scontrato con sguardi vuoti. Ti sorridono, ma non vedono. Ti sentono, ma non ascoltano. (…) Eppure, ogni mattina ti alzi, sistemi i pensieri come vestiti stropicciati, e vai. Indossi la tua voce come un’armatura, e cerchi di costruire ponti con parole che non sempre bastano.”
A chiudere lo spettacolo, l’intervento di Carlos, giovane colombiano, con un testo corale che ha restituito alla piazza il senso più profondo del lavoro di Rondine e della serata:
“Ogni anno vengono a Rondine giovani da vari luoghi di conflitto. Dicono no alla guerra. Escono dal veleno della propaganda. Si voltano verso il proprio nemico, lo vedono come persona. (…) Più di 200 giovani hanno già completato questo percorso e costruiscono la pace giorno per giorno, rovesciano la propria vita, tessono la trama che cambia la storia. Questa sera è il frutto anche delle loro scelte e del loro impegno. Questa sera Arezzo è la Cittadella della Pace. E ciascuno può essere una Rondine Rossa.”
Dissonanze in Accordo si è rivelato un successo di pubblico e contenuti: un evento capace di raccontare la guerra senza retorica e la pace senza ingenuità, mostrando che il cambiamento è possibile, concreto, se si ha il coraggio di compiere scelte scomode ma necessarie. Un atto artistico e umano che ha lasciato il segno.