Livorno, ricostruito il dramma di 14 schiave ebree recluse nel 1610

La professoressa Tamar Herzig dell'università di Tel Aviv ha ricostruito la vicenda sulla base di documenti dell'epoca da una studiosa israeliana,

Livorno, 27 aprile 2022 - L'evolversi del dramma di 14 donne ebree catturate nel 1610 su un'imbarcazione in navigazione fra Marocco e Tunisia e poi condotte come schiave a  Livorno è stato ricostruito in dettaglio sulla base di documenti dell'epoca da una studiosa israeliana, la professoressa Tamar Herzig dell'Università di Tel Aviv.

In una intervista a Haaretz Herzig la studiosa ha precisato che in genere scarseggia la documentazione sullo schiavismo nel Mediterraneo anche se il fenomeno, fra il 1500 ed il 1800, riguardò alcuni milioni di sfortunati sia cristiani, sia musulmani. Il numero degli ebrei fatti schiavi, o dagli uni o dagli altri, è stimato in diverse migliaia. Il caso da lei ricostruito (pubblicato sulla American Historical Review) è ritornato adesso alla luce grazie al ritrovamento in archivio di lettere di protesta indirizzate quattro secoli fa da esponenti della comunità ebraica di  Livorno a Cosimo II de’ Medici. In esse denunciavano che nella prigione cittadina quelle donne erano state sottoposte a «torture e tormenti» da parte di reclusi musulmani e cristiani al punto che una delle schiave, per disperazione, «lanciò la figlia dalla finestra». La comunità ebraica chiedeva a Cosimo di aprire un'inchiesta nei confronti del dottore della prigione, Bernardetto Buonromei. Secondo Herzig questi aveva di proposito esposte le prigioniere a violenze sessuali da parte di altri internati nell'intento di esigere da facoltosi ebrei locali un compenso più elevato per la loro liberazione. Cosimo, conclude Herzig, non trovò opportuno punire Buonromei, che morì nel 1616, o in una data vicina, quale cittadino molto stimato.

Maurizio Costanzo