Georgofili, trent’anni dopo: nel libro de La Nazione l’omaggio alle vittime della notte più buia

L’iniziativa: il volume sarà distribuito in abbinamento gratuito con il giornale venerdì 26 maggio, giorno dell’anniversario, nelle edicole di Firenze e provincia

Una foto che racconta il tragico attentato di via dei Georgofili a Firenze

Una foto che racconta il tragico attentato di via dei Georgofili a Firenze

Firenze, 22 maggio 2023 – Presentato il libro “Georgofili: le voci, i volti, il dolore a Trent’anni dalla strage”, scritto dai giornalisti de La Nazione Alessandro Antico, Emanuele Baldi, Stefano Brogioni, Gabriele Canè, Duccio Moschella, Olga Mugnaini, Gigi Paoli, Erika Pontini, Giovanni Spano, Ilaria Ulivelli, a cura di Erika Pontini e Stefano Brogioni. Il libro sarà distribuito in abbinamento gratuito con il giornale venerdì 26 maggio, giorno dell’anniversario, nelle edicole di Firenze e provincia. 

Una raccolta di documenti, racconti e immagini inedite di chi ha vissuto in prima persona quel terribile attentato di stampo mafioso.

La conferenza stampa di presentazione ha visto la partecipazione dei vertici del quotidiano insieme alle principali autorità cittadine.

“Scrivere un libro oggi è un modo per rendere omaggio a quelle persone, a quelle vittime rimaste coinvolte nell’esplosione -. ha spiegato la direttrice di Qn-La nazione, il Giorno, Il Resto del Carlino Agnese Pini.- Ma è anche un modo per portare la testimonianza che il giornale fece per la città, nella sua pagina forse più buia. Oltre che per regalare inediti ai lettori che ancora non si conoscevano. E’ una storia di cui si sa quasi tutto ma non completamente. Tra questi inediti ci sono delle foto davvero impressionanti. Ma anche importanti da un punto di vista storico e giudiziario".

Pini sottolinea il ruolo del giornale in quei terribili giorni: “La Nazione raccontò fin da subito lo shock da cui la città fu travolta. Nel volere restituire quel prezioso lavoro di testimonianze abbiamo provato a ripercorrere l’idea di un giornale. Ci siamo voluti avvicinare ad un formato che ci ricordasse quelli di un quotidiano. Questo libro vuole ricordare anche un altro aspetto, ovvero che nel novero delle stragi questa sia una delle meno ricordate. A livello nazionale se ne parla meno di quanto si dovrebbe. Le persone spesso sanno molto degli attentatori, ma poco delle vittime”.

Presente anche il presidente dell'Accademia dei Georgofili Massimo Vincenzini, che ha ricordato l’importanza dell’anniversario che si celebra nella notte tra il 26 e il 27 maggio: “Sarà una settimana interamente dedicata a ricordare questo evento - ha spiegato Vincenzini - rivolta specialmente ai giovani. Una serie di iniziative tese a ricordare ma con la consapevolezza di essere rinati da quella tragedia umana e materiale. I georgofili sono usciti rinforzati da un evento di quel tipo e oggi mandano un messaggio positivo. Non è sufficiente ricordare se non diamo poi una speranza per come uscire. Un ringraziamento concreto va all’operato di Franco Scaramucci, un uomo giusto, al momento giusto. Fu una tragedia umana”.

Anche il Presidente della Regione Eugenio Giani, nel ripercorrere i momenti vissuti quella notte, in cui si recò personalmente sul luogo dell’esplosione, ha ringraziato sentitamente i magistrati coinvolti nelle indagini: “Io l’ho vissuto in prima persona ero assessore a mobilità – ha spiegato il Presidente – fui tra i primi ad arrivare nei luoghi. Nel libro ci sono le testimonianze della mia chiacchierata con l’allora presidente della Fiorentina Gas, in cui cercavamo di capire se si trattasse di un’esplosione da gas o di qualcosa altro. Verso le 4 notte ce ne rendemmo conto – continua Giani – Quando capimmo che l’esplosione era stata causata da una bomba, è come se fosse cambiato radicalmente l’atteggiamento di Firenze nei confronti della criminalità organizzata. Era lì con noi come pericolo permanente. Fortunatamente abbiamo avuto dei magistrati eccezionali che hanno reso ragione a questa strage ricostruendo minuziosamente gli eventi. Se oggi ci sono persone che pagano è grazie al loro operato”, conclude Giani.

“Oggi cominciamo questa settimana di commemorazioni di quella terribile strage che ha aperto una profonda ferita in città – spiega il sindaco Dario Nardella Mi auguro che non siano solo giornate di memoria ma anche momenti in cui rinnovare l’impegno delle istituzioni. Non consegniamo l’evento alla storia ma rinnoviamo l’impegno tenere alto il livello di prevenzione e dedizione alla legalità – continua il primo cittadino – Nonostante Firenze reagì con all’attentato con grande forza, purtroppo la mafia esiste ancora. Agisce in modo diverso, in modo meno eclatante, ma per questo non meno pericoloso. Quindi la lotta per la legalità continua. Celebriamo il dolore, ricordiamo le vittime, piangiamo ancora una volta; celebriamo la grande risposta del popolo fiorentino ma soprattutto rinnoviamo il nostro impegno a favore della legalità”, conclude il sindaco.

Presente anche il sostituto procuratore Luca Tescaroli: “Un ringraziamento a La Nazione che consegna uno scritto che consente di farci rivivere quel tragico evento – ha commentato – Questo libro è una testimonianza che permette di rendersi conto a tutti cosa sia successo. E’ importante anche per i pù giovani, che non possono avere il ricordo nitido dell’evento. In quel biennio c’è stato un pericolo per la nostra democrazia. Che ha generato paura e insicurezza nei cittadini. Gli italiani hanno compreso che nessuno poteva sentirsi sicuro, nemmeno nelle pareti domestiche. La mafia in quel periodo voleva piegare lo stato incidendo direttamente sui provvedimenti. I mafiosi volevano la revoca del 41 bis”. 

“Siamo partiti dalle storie di queste vittime, spesso troppo poco famose – dice la capocronista della cronaca di Firenze Erika Pontini – Vittime civili. La mafia voleva colpire il cuore del patrimonio artistico culturale. Il volume è dedicato a due bambine rimaste uccise nella strage: Nadia e Caterina. Nadia aveva 9 anni e pochi giorni prima di morire scrisse una poesia, ‘Tramonto’. Siamo partiti dalle voci, come quella del vigile del fuoco Gianni Innocenti. Abbiamo parlato con lo zio di queste due bambine che con la sua associazione porta avanti la memoria e la ricerca di giustizia dopo tanti anni. Abbiamo raccontato la ferita dell’arte. Abbiamo parlato con i bibliotecari che videro i corpicini uscire dalle macerie. Abbiamo parlato con la compagna di banco. Abbiamo ascoltato le testimonianze di chi era direttamente impegnato e coinvolto. È un libro da leggere ai giovani, per informarli su cosa quella notte sia accaduto”, conclude.