25 aprile, la Liberazione: "Il pane bianco degli americani ci faceva brillare gli occhi"

Da Firenze la testimonianza della signora Anna Maria: le sue parole sono raccolte dalla figlia Alessandra

L'ingresso delle truppe alleate a Firenze

L'ingresso delle truppe alleate a Firenze

Firenze, 25 aprile 2020 - Tra i contributi che ci arrivano dai lettori nel giorno della Liberazione, accogliamo la riflessione di Alessandra Mannini, che raccoglie le memorie della mamma Anna Maria, con cui vive. Memorie di quando la signora era una bambina e vide arrivare le truppe americane nel 1944. Uno dei simboli della ritrovata libertà. Ecco a testimonianza. 

"Oggi, 25 aprile 2020, come ormai da più di un mese, sono in casa con mia mamma. Si chiama Anna Maria ed ha 83 anni. In tempo di Covid è persona a rischio, ma lei non teme più di tanto il pericolo, sostiene di aver fatto il suo percorso di vita e che, dopo aver vissuto la seconda guerra mondiale, non è spaventata più di tanto.

Anna Maria è una condottiera, una delle prime donne a distribuire la rivista Noi Donne porta a porta ed oggi, da dietro la mascherina, mi ha raccontato del suo 25 aprile di quando era bambina. Aveva 8 anni e ricorda vivamente il passaggio davanti casa sua (via del Podestà, Firenze) dei carri armati e delle jeep degli americani. Ricorda il rumore assordante dei mezzi pesanti e le grida di gioia degli adulti che la circondavano.

Gli americani salutavano sorridendo, le ragazze salivano sui carri e li abbracciavano, le madri alzavano i loro piccoli in braccio come a chiedere una loro benedizione. Ricorda che distribuivano cioccolata a pezzi e pane "bianco" ...questo pane bianco è rimasto impresso nella sua mente, altro non era che pan carré a fette, ma lei bambina, dopo anni di poco pane nero e duro, non ha mai scordato il suo colore, la sua morbidezza e, soprattutto, il suo profumo.

Ancora oggi, quando descrive il pane "bianco" le brillano gli occhi...una gioia indimenticabile...ma non basta. Gli americani avevano fatto un campo base vicino casa sua e spesso, con la curiosità tipica dei bambini, lei vi si avvicinava e, con la stessa luce negli occhi, racconta che nel pomeriggio, presso il campo americano, facevano i bomboloni e li offrivano...li friggevano in un grosso fusto (tipo quelli della benzina) pieno di olio....e sorride mamma, pensando che quel fusto era un miracolo per lei.

L'olio veniva centellinato sulla sua tavola e vederne tanto a disposizione che frigggeva bomboloni la riempiva di una gioia indescrivibile!! Come dimenticare il profumo di quei bomboloni?...Non solo,  ricorda i giacconi e le scarpe degli anericani: non aveva mai visto scarpe così belle...e guardava le sue polverose,  e mezze rotte...era tutto più bello negli occhi di una bambina, da quando c'erano gli americani....

Questo è il 25 aprile di una bambina di 8 anni, che nell'età più spensierata ha vissuto gli orrori della guerra (paura, freddo, fame...) e che, attraverso il profumo del pane bianco e dei bomboloni ha ritrovato la gioia di vivere ed ha provato la "libertà" di muoversi,  senza fuggire e nascondersi, ritrovando l'infanzia a lei strappata".