LUCIA BIGOZZI
Cronaca

La moda non trova forze fresche. "I nuovi assunti? Hanno 50 anni"

Ad Arezzo la storia simbolo della confezione multi-griffe che è piena di ordini ma fa fatica a reperire personale

Il gruppo di lavori della confezione Bilò di Levane, nel Valdarno aretino

Arezzo, 6 maggio 2023 – "Fino a pochi mesi fa ho assunto giovani, anche appena diplomati, da formare in azienda. Poi il flusso si è interrotto". Dai giovani agli adulti, quarantenni e pure cinquantenni. L’ultima assunta firma oggi il contratto a tempo indeterminato. Franca Binazzi, imprenditrice da tre generazioni, porta avanti insieme al marito e al figlio l’azienda fondata dal bisnonno Pietro nel 1885, a Levane, in Valdarno, nel cuore del distretto della moda dove le griffe fanno a gara per accaparrarsi manodopera di alto livello. Molte delle collezioni delle maison più celebri nascono sui tavoli da cucito di imprese artigianali come questa e gli ordini aumentano. Il paradosso è proprio questo: il lavoro c’è, i lavoratori si trovano a fatica.

Un problema che si è manifestato anche nel terziario, uno dei tantissimi esempio è la gelateria Sottozero: Andrea Oglialoro, titolare di dieci negozi tra Prato e Firenze, non riesce a far partire tre punti vendita proprio per mancanza di personale. Ha lanciato la ricerca per trenta dipendenti a Natale sui social e dopo cinque mesi ne ha trovati solo diciotto. Non vuole apprendisti ma persone anche di 35-45 anni disposte a imparare il mestiere. Eppure, senza chi ogni giorno fa il gelato e prepara coni e coppette per i clienti, è costretto a tenere chiuse tre gelaterie.

Il problema si moltiplica anche nel settore della moda dove gli ordini delle imprese crescono ma il ritmo, veloce, della ripresa non viaggia allo stesso passo dell’interesse a un’occupazione stabile. Alla Bilò di Levane, Franca Binazzi sta cercando tre persone da assumere subito, mentre già prepara i piani per nuovi ingressi, tra qualche mese. "Abbiamo molto lavoro e c’è bisogno di gente disposta a impegnarsi con serietà e passione. Io non ne faccio una questione di età. Tanto è vero che oggi sanciremo l’arrivo nella nostra squadra di una persona di 51 anni. L’ho vista all’opera alla macchina da cucire e ho capito che ha potenzialità. Sono contenta di accoglierla insieme alle mie dipendenti dalle quali ho ricevuto il disco verde. Mi piace coinvolgerle perché in azienda l’atmosfera deve essere serena e tutti devono sentirsi soddisfatti".

Sul tavolo da cucito ha abiti da confezionare per Brunello Cucinelli, Yves Saint Laurent, Dolce e Gabbana, il Gruppo Versace-Kors e "di recente anche Prada", elenca Franca con l’orgoglio di un mestiere fatto con le mani. "Per Cucinelli ogni settimana prepariamo mille capi, seicento per Versace". Una macchina che gira a pieno regime, ma ha bisogno di nuova forza lavoro per andare più veloce. Franca punta sul passaparola, "anche perchè dai centri per l’impiego non mi è mai arrivato nessuno".

E con il passaparola conta di coprire il fabbisogno aziendale. Non nasconde l’amarezza per il caso di "una lavoratrice quarantenne che avevo assunto a tempo indeterminato tre mesi fa. Due figlie a carico e il reddito di cittadinanza come sostegno. Ero contenta di aver contribuito a ridare la dignità del lavoro a una persona, ma tre giorni fa ha presentato le dimissioni".

Paradossi del lavoro, nella provincia aretina dove lo studio di Unioncamere-Excelsior dice che alle aziende servono entro giugno 8.150 nuovi assunti. Una richiesta in costante aumento dall’inizio dell’anno tra moda, pelletteria, legno e oro. Proprio nel distretto dell’oreficeria più grande d’Europa ogni anno vanno in pensione trecento lavoratori che non vengono sostituiti per mancanza di personale.