Editoriale

La Piaggio e Pontedera

Piaggio è Pontedera e Pontedera è Piaggio. Un rapporto simbiotico tra fabbrica e città che nel corso di cento anni di storia ha visto alternarsi amori e grandi conflitti. Dall’intuizione di Ascanio per la Vespa al raduno che da oggi fino a domenica vedrà Pontedera invasa da migliaia di appassionati per i Vespa World Days. In mezzo c’è la guerra, l’alluvione, gli scioperoni, gli operai passati da 13mila e 3mila e poi la battaglia sindacale e cittadina per mantenere a Pontedera quella fabbrica che, a distanza di un secolo, continua a produrre un simbolo dell’Italia nel mondo e a dare lavoro a migliaia di persone in tutta la provincia. Oggi per le strade di Pontedera si respira l’orgoglio di abitare qui, sede della Piaggio e patria della Vespa. lo per la verità orgogliosa lo sono sempre stata. Sono entrata in fabbrica a 18 anni e ci sono rimasta per 41 anni e dieci mesi. A casa mia si respirava profumo di metalmeccanico e mi raccordo ancora il primo giorno quando mio padre, anche lui piaggista, mi ha accompagnato al cancello. Quella stessa mano che sono sicura di aver sentito anche l’ultima volta che sono uscita da lì, il giorno della pensione. Sono orgogliosa e contenta di condividere le mie emozioni con l’intera città e con le tante persone che verranno a Pontedera in questi giorni. Ai ragazzi che entravano in reparto con me raccontavo sempre cosa ci fosse dietro il loro lavoro affinché potessero capire che stavano facendo una cosa piccola ma estremamente importante per il risultato finale. A loro raccontavo le tante lotte per ogni diritto conquistato. Dobbiamo ricordarci che le cose sarebbero potute andare diversamente perché senza le lotte condotte, anche insieme alle altre sigle sindacali, Piaggio si sarebbe trasferita a Nusco all’inizio degli anni ‘90 e noi oggi non saremmo stati qui.

Belinda Caglieri, storica operaia e sindacalista Fiom