Poche tasse e sole tutto l'anno: toscani a Fuerteventura, "Così abbiamo cambiato vita"

Le storie degli italiani nella più selvaggia delle isole delle Canarie, nell'Oceano Atlantico. "Qui i ritmi sono lenti. Non sentiamo la nostalgia"

Italiani a Fuerteventura: qui lo staff, tutto tricolore, del locale di Alessandro Rossi

Italiani a Fuerteventura: qui lo staff, tutto tricolore, del locale di Alessandro Rossi

Isola di Fuerteventura (Canarie), 12 luglio 2019 - “Tornare in Italia? E perché mai?”. Una sera di giugno sull’isola di Fuerteventura, Canarie, Oceano Atlantico, proprio di fronte alle coste del Marocco. Ci sono le ultime luci del tramonto e i venti Alisei soffiano su una serata fresca, come quasi tutte le serate di quest’isola. 

Dove se fino al tramonto spesso il sole brucia la pelle, la sera le temperature piacevoli rendono i ricordi della giornata in spiaggia ancora più dolci. Non sbagliamo se indichiamo quest’isola, che è territorio spagnolo in tutto e per tutto, come l’isola degli italiani. 

Una delle spiagge della zona di Corralejo, a nord dell'isola
Una delle spiagge della zona di Corralejo, a nord dell'isola

Qui migliaia di nostri connazionali hanno trovato un luogo da cui ripartire, cancellando il passato e provando a realizzare i propri sogni: aprire un bar sulla spiaggia, un negozio di prodotti gastronomici. O semplicemente godersi la pensione, qui non “aggredita” dalle tasse. 

“Tornare in Italia? Dopo pochi giorni ho già nostalgia di Fuerteventura”, ti dicono tra i bar e i ristorantini di pesce di Corralejo, estremo nord dell’isola, una delle sei municipalità. Un paesino che viveva di pesca e che poi ha conosciuto un boom turistico ed edilizio grazie al quale molti italiani hanno potuto costruire il loro futuro. Non c’è nostalgia dell’Italia: con il diesel a 89 centesimi e l’Iva al 6,5%, qui si può fare impresa con un clima ideale e una delinquenza praticamente inesistente. Con uno stipendio medio, tra i 1200 e i 1400 euro, qui si vive e bene. 

La leggendaria spiaggia di Cofete, lunga chilometri, nel sud di Fuerteventura
La leggendaria spiaggia di Cofete, lunga chilometri, nel sud di Fuerteventura

Fuerteventura, lunga da nord a sud ben 100 km, con la sua bellezza selvaggia, con le spiagge lunghe chilometri e per buona parte semi-deserte, è la vacanza per chi a casa non ha il mare. Norvegesi, inglesi, russi arrivano qui tutto l’anno: il clima ha pochi scossoni, le temperature rimangono gradevoli per dodici mesi. 

E l’offerta turistica, agli occhi di un italiano, può sembrare dozzinale nella parte “nuova” di Corralejo: bar e ristoranti con le foto di cocktail e piatti, distese di negozietti con souvenir improbabili. Risalendo verso la parte vecchia, iniziano le casette bianche e le viuzze. E’ la zona dei pescatori, che qui sono riuniti in cooperativa e gestiscono anche un locale in cui cucinano ai turisti quello che pescano. 

La strada che dall'aeroporto conduce a Corralejo
La strada che dall'aeroporto conduce a Corralejo

“L’inserimento di Fuerteventura nelle rotte aeree low cost ha cambiato tutto”, dice Alessandro Rossi, 33 anni, originario di Massa e da diversi anni sull’isola. Racconta la sua storia di fronte al mare e al suo ristorante, il Fogalera, dove le foto di piatti non ci sono ma anzi il “tocco” italiano mostra come la ristorazione tricolore possa segnalarsi all’estero. 

Già, le rotte low cost: il motivo per cui così tanti toscani e lombardi hanno ricominciato a Fuerteventura sta nel fatto che i collegamenti settimanali da Bergamo e da Pisa mettono tra i viaggiatori e Fuerteventura solo tre ore di aereo. Con un biglietto di poche decine di euro.

La spiaggia di El Cotillo, zona ovest di Fuerteventura
La spiaggia di El Cotillo, zona ovest di Fuerteventura

“Tornare a casa non è un problema per l’italiano che vive qui ma che ha interessi anche nel nostro Paese”, continua Alessandro, arrivato nel 2015, una compagna e due bambine che frequentano le scuole di Corralejo. Perfettamente integrate “in un’isola con tanti italiani e tantissime altre nazionalità, tra le quali non ci sono barriere”. 

Già, solo a guardare lo staff del Fogalera, viene fuori un giro d’Italia niente male: la chef Alessia è di Sora, così come l’altra cameriera, Lorena. L’aiuto chef Niccolò e una cameriera, Stefania, sono di Carrara. Claudio, lavapiatti, è di origini albanesi ma ha vissuto a Firenze.

La costa nord di Fuerteventura vista dall'isoletta di Lobos
La costa nord di Fuerteventura vista dall'isoletta di Lobos

“Ci siamo tutti conosciuti qui a Corralejo - dice Alessandro raccontando di come ha messo insieme la sua squadra - Se ti abitui a stare fuori non torni più. Mi dispiace per come va l'Italia. Nel centro storico di Massa, la mia città di origine, molti fondi sono sfitti. Tante attività chiudono. Qui ogni anno riusciamo a migliorare il nostro fatturato, cosa che in Italia sarebbe stata impossibile". 

Oggi gli italiani a Fuerteventura sono oltre ventimila: erano 22mila soltanto nel 2014, secondo l'ultimo censimento dell'Istituto spagnolo di statistica (che equivale all'Istat italiano). 

"Quando torno in Italia, il primo giorno c'è l'euforia di vedere i propri cari. Ma già dopo tre giorni voglio tornare": anche Marco è di Massa e con la compagna Sara ha messo su un negozio di prodotti alimentari italiani. E i suoi clienti sono i tanti pensionati, sempre italiani, che non si accontentano dei prodotti dei supermercati spagnoli ma cercano il formaggio e il prosciutto di casa nostra".

Marco, gestore insieme alla compagna Sara del negozio "La Bottega"
Marco, gestore insieme alla compagna Sara del negozio "La Bottega"

E il negozio, a Corralejo, si chiama proprio "La Bottega" ed è aperto dal 2016. "Qui i ritmi sono più bassi. Riesco a godermi la famiglia", dice ancora Marco mentre una delle sue figlie sgambetta felice nel negozio. 

Ciò che ha cambiato Fuerteventura, è stata la bolla immobiliare degli ultimi anni. A Corralejo si è costruito. E tantissimo. I prezzi sono esplosi, poi sono crollati. Immobili da duecentomila euro sono scesi fino a sessanta. Non sono pochi i cantieri iniziati e mai finiti. Si vedono soprattutto all'ingresso della località. Una bolla immobiliare che ha fatto la sfortuna di alcuni e la fortuna di molti. Come appunto gli italiani. Compare un immobile, aprire un'attività, ottenere le necessarie autorizzazioni, non prevede grossi intoppi burocratici. 

Negli ultimi tre anni i prezzi si sono di nuovo impennati: con l'abbandono del nord Africa da parte dei flussi turistici per i problemi legati al terrorismo, Fuerteventura e le Canarie hanno visto un'impennata di presenze. Località che sono diventate particolarmente appetibili perché fuori dalla minaccia dei gruppi estremisti, a differenza di Egitto e Tunisia

La sostanza però non cambia: il passaparola tra gli italiani funziona. E chi è arrivato qui ha poi spiegato agli amici quanto si trovasse bene. E così altri sono arrivati. Riscoprire il valore del tempo, della vita "slow" è un richiamo fortissimo per tanti, anche a fronte di un salto nel buio, da una vita e uno stipendio sicuro alle incertezze. Così hanno fatto Marco, Alessandro e altre migliaia di nostri connazionali. Che hanno chiuso i conti con la vita italiana, che stava loro stretta. E hanno scelto di vivere qui, in infradito per buona parte della giornata, tra il mare turchese e il vento costante.