
L'isola di Cerboli
Livorno, 8 aprile 2019 - Isole italiane in vendita sul web. La denuncia è del coordinatore nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli. E tra queste c’è anche l’isola di Cerboli nel canale di Piombino, che amministrativamente appartiene al Comune elbano di Rio. "Su alcuni siti di agenzie immobiliari internazionali e nazionali – afferma Bonelli – sono comparsi annunci per la vendita di prestigiose isole, veri e propri gioielli ambientali. Alcune compravendite hanno una finalità esplicita come quella realizzare vere e proprie trasformazioni urbanistiche, con realizzazione di resort, e in altri casi i progetti che sono dietro le proposte di acquisto sono avvolti dal riserbo più assoluto", spiega l’ex deputato, che chiede al governo di intervenire.
Bonelli annuncia di avere inviato ai ministeri dell’Ambiente e dei Beni culturali "un esposto con il quale si chiede l’immediato intervento per tutelare le nostre isole da eventuali attività speculative". Il dicastero dell’Ambiente replica facendo sapere che "valuterà i contenuti dell’esposto", che però "non risulta ancora pervenuto". Cerboli sarebbe in vendita per 4 milioni di euro.
In realtà l’isola era già stata messa in vendita una quindicina di anni fa, ma senza risultati per il semplice motivo che rientra nella zona A del Parco Arcipelago Toscano, quella della massima tutela ambientale e quindi non può essere interessata da progetti di insediamenti turistici. L’isola di Cerboli venne acquistata negli anni Settanta dallo scrittore Carlo Cassola che intendeva preservarla dalla speculazione e trasformarla in un piccolo Eden. Dopo la sua scomparsa, attraverso vari passaggi agli eredi, l’isola è stata messa in vendita. Nei prima anni Duemila ci fu anche un progetto per la realizzazione di una residenza turistica, porticciolo e impianti sportivi (campi da tennis), ma non se ne fece mai di nulla per i vincoli ambientali.
Non risultano insediamenti a Cerboli neppure in passato. Nel 1108 vi fu edificata una torre di avvistamento e difesa dalla Repubblica di Pisa, riedificata dagli Appiani nel 1567. In epoca relativamente moderna l’isola fu utilizzata come cava di calcare: nel 1927 la pietra veniva estratta per approvvigionare lo stabilimento siderurgico Ilva di Piombino (il calcare era usato nell’altoforno come comburente per eliminare le scorie del minerale). L’isola comuque è ancora bellissima e selvaggia: sul versante sudoccidentale si apre una grotta ricca di stalagmiti che si estende per circa 25 metri.