L'influenza australiana mette tutti ko: "In questo momento picchia più del Covid"

Parla Elisabetta Alti, vicepresidente dell’Ordine dei medici di Firenze: "In caso di sintomi occorre subito fare un tampone". Il consiglio resta sempre lo stesso: "Il vaccino è la migliore arma, sempre"

Firenze, 2 gennaio 2022 - "L’influenza? Ora ‘picchia’ più del Covid". A parlare è la dottoressa Elisabetta Alti, vicepresidente dell’Ordine dei medici di Firenze. In questi giorni, i centralini degli studi medici sono presi d’assalto ("Possiamo dire che, al momento, almeno il 60% dei fiorentini ha sintomi”, dice la dottoressa).

Influenza
Influenza

“Si tratta dell’influenza australiana, una forma particolarmente severa che abbiamo potuto studiare già dalla scorsa primavera, quando si è manifestata appunto dall’altra parte del globo - spiega la dottoressa -. Per noi medici niente di nuovo. Ci aspettavamo il ritorno, che è ciclico, di una forma ad alta contagiosità e, appunto, più forte. L’australiana si manifesta come la classica influenza: febbre alta, che dura anche cinque giorni, persistenza di tosse secca, dolori muscolari che continuano anche dopo la fase acuta, ed un periodo di stanchezza che raggiunge anche il mese”.

Ci sono sintomi che possono aiutarci a capire se siamo stati colpiti dall’australiana oppure dal Covid?

“No, bisogna subito fare il tampone se si hanno sintomi e, a maggior ragione, se si è fragili. Non è detto, ad esempio, che l’alterazione del gusto e dell’olfatto ci sia qualora fossimo positivi. Dunque, in caso di febbre, dolori e classici sintomi influenzali va fatto il tampone. Non dimentichiamoci che chi ha più malattie o è over 65 ha diritto, in caso di positività accertata da un tampone non fai-da-te-, alla terapia antivirale”.

Chi sono i più colpiti dall’australiana?

“Sono soprattutto i bambini ed i loro genitori. Gli anziani stanno generalmente manifestando meno problemi perché si sono vaccinati. Ricordiamoci che le persone ad alto rischio sono i piccolissimi, le donne incinte, gli anziani e tutti coloro che soffrono di malattie croniche. La migliore arma resta il vaccino. Chi se lo è fatto va incontro a forme molto meno acute. Insomma, se incontra il virus lo combatte senza però avere 40 di febbre”. 

Che fare quando l’australiana ci blocca?

“Se uno è in buona salute deve bere tanta acqua, mangiare frutta e verdura e, poi, riguardarsi. Insomma, guai voler subito fare la vita di prima, tra palestra e centri commerciali. Quando siamo più deboli basta una sovra-infezione batterica per avere una ricaduta. Servono 2-3 settimane per guarire completamente dall’influenza”.

Molte persone, pur senza febbre, lamentano una persistenza di tosse e raffreddore. Sembra di non guarire mai….

“In questo senso c’entra anche questo clima caldo umido. Le ‘goccioline’ non si seccano e le infezioni si trasmettono di più. In caso di ambienti affollati, bene mettere la mascherina. Fondamentale resta poi l’igiene delle mani”.

Nel frattempo, le notizie che arrivano dalla Cina destano preoccupazione. E se davvero emergesse una nuova variante?

“Non agitiamoci. La letteratura ci mostra che anche il primo vaccino protegge contro le varianti. Protegge meno, ma protegge. Insomma, chi si è vaccinato non muore. Per questo rinnovo sempre l’invito a proteggersi coi vaccini”.