Piero Ceccatelli
Cronaca

Se l'azienda dei pratesi si "cinesizza"

Il commento

Piero Ceccatelli, caposervizio della redazione di Prato de La Nazione

Prato, 10 settembre 2015 - In estate è tornato alla ribalta l’eterno conflitto del tessile di Prato: il costo del "colpo", ovvero del sonoro battito del telaio per spedire qua e là la spola. Linguaggio da secolo scorso che sopravvive oggi che i telai non hanno più la navetta e sono meno rumorosi. Ma il nodo resta: quanto pagano gli impannatori ai tessitori (e ai filatori, ai tintori, ai rifinitori) che lavorano per loro?

La Prato che nel dopoguerra ha fatto impazzire gli studiosi d’economia di mezzo mondo infatti ruota ancora attorno alla figura di un imprenditore armato di telefono (ieri), computer e smartphone (oggi) e abilità nel vendere ai colossi della moda come ai big della grande distribuzione. I macchinari (e i relativi debiti per comprarli) sono quasi tutti dei "terzisti", iscritti all’artigianato, e talvolta agli industriali, pagati appunto a prestazione dagli impannatori.

Che giocano al ribasso per tenere botta ai Paesi emergenti con poco fisco e niente welfare. Risultato: è diventata un mito l’offerta di un lanificio ai tessitori disposti a lavorare in agosto per 22 centesimi ogni mille battute del telaio rispetto a una tariffa media di 32-33 cent. Molti hanno sdegnosamente rifiutato chiudendo per ferie laddove negli scorsi anni lavoravano a ferragosto. Qualcuno ha accettato e lavorato col rischio del sottocosto. Così la città si divide fra committenti che giocano al ribasso e terzisti che si ritengono vessati.

Cna e Confartigianato rilanciano statuti etici e mini filiere per un equo compenso nei periodi di grassa e di magra. "Mini filiere sì, ma spontanee e non calate dall’alto" è il verbo di Andrea Cavicchi, presidente degli industriali. Il rischio è che in questa città dove i cinesi cuciono giorno e notte capi a prezzi imbattibili a livello mondiale, i pratesi rimasti a produrre stoffe accettino tariffe sempre più basse rinunciando alle ferie. Finendo così per "cinesizzare" se stessi.