"Soldi al consigliere per fargli cambiare la legge". Pieroni (Pd) indagato per corruzione

I Pm: "La norma sui rifiuti regionali fu modificata su sua proposta in cambio di 2 o 3mila euro"

Firenze, 16 aprile 2021 - Nel giugno del 2020 la Toscana cambia una sua legge del 2006 in materia di scarichi e di restituzione delle acque. Lo fa con un emendamento presentato dal consigliere regionale Pd Andrea Pieroni. Ma lui, di quelle modifiche, che intervengono sul trattamento e la gestione dei rifiuti industriali, quindi delle concerie, «non conosceva e comprendeva neanche il contenuto tecnico», dicono gli inquirenti. Secondo le indagini della Dda di Firenze, Pieroni, indagato per corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio in concorso con il sodalizio di cui avrebbero fatto parte il sindaco di Santa Croce Giulia Deidda e i vertici dell’associazione conciatori, avrebbe infatti recepito un documento che in realtà sarebbe stato scritto dal consulente di Aquarno (l’avvocato lucchese Alberto Benedetti, pure lui indagato) il consorzio che raduna le imprese del business dalla depurazione industriale. In cambio dell’emendamento, Pieroni avrebbe ricevuto un conributo (quantificato in 2/3 mila euro) da utilizzare per le elezioni regionali che si sarebbero svolte di lì a qualche mese.

La nuova legge regionale (la numero 32 del 2020), modificata nei commi 1, 6 e 8 dell’articolo 13 bis, avrebbe portato vantaggio al consorzio Aquarno, «sottratto dall’obbligo di sottoporsi alla procedura di autorizzazione integrata ambientale (Aia), con l’espediente di escludere l’impianto da quelli facenti parte del servizio idrico integrato». Tale articolo zoppicava un po’, visto che è stato successivamente impugnato per incostituzionalità dal Governo davanti alla Corte Costituzionale. Un altro «alleato» dei conciatori, secondo le accuse, in seno alla Regione Toscana, sarebbe stato il direttore del settore Ambiente e Energia Edo Bernini. Atti a sua firma avrebbero permesso di ottenere «deroghe ai parametri tabellari di legge per gli scarichi industriali» e avrebbe avallato un trattamento particolarissimo per il ’keu’, lo scarto della lavorazione dei rifiuti delle concerie, eliminando la necessità del test di cessione per il suo recupero. Così, dalle carte, emerge che il l’impianto di depurazione di Aquarno non ha mai ottenuto la Via (Valutazione Impatto Ambientale) e ha beneficiato di altre corsie preferenziali legislative.

Ste.Bro.