Inchiesta keu, via l’emendamento. C’erano "vantaggi" per le concerie

Iter dalla giunta al consiglio toscano. Centrodestra attacca: "Perché la legge ad hoc? Restano troppi dubbi"

Il procuratore Giuseppe Creazzo (foto Giuseppe Cabras/New Press Photo)

Il procuratore Giuseppe Creazzo (foto Giuseppe Cabras/New Press Photo)

Firenze, 11 maggio 2021 - Via l’emendamento scottante: è partito l’iter formale per cancellarlo dopo l’approvazione in consiglio regionale toscano il 26 maggio 2020. Secondo il presidente della Toscana Eugenio Giani «non ha mai avuto effetto» e quindi, in quanto sotto il giudizio della Corte costituzionale, va tolto subito dall’ordinamento toscano. L’emendamento è anche protagonista delle indagini della procura di Firenze e della Dda. Non la pensa così l’opposizione di centrodestra che evidenzia come Giani «voglia nascondere la polvere sotto il tappeto», ma «la sostanza non si cancella con un colpo di spugna».

Dopo l’annuncio del presidente Giani è stata modificata dalla giunta toscana effettivamente la legge in materia di depurazione per quanto riguarda il cosiddetto emendamento pro concerie. Si tratta della proposta di legge 32 con «disposizioni in materia di depurazione a carattere prevalentemente industriale» che va ad abrogare l’articolo 12 della legge regionale 32 del 2020 e apporta modifiche all’articolo 13 bis della legge regionale 20 del 2006, oggetto dell’emendamento in questione che puntava a sottrarre il consorzio Aquarno dall’obbligo di sottoporsi alla procedura di autorizzazione di integrazione ambientale (Aia). Lo stesso articolo, come detto, è stato poi impugnato dalla Corte costituzionale. In particolare il testo approvato adesso dalla giunta toscana modifica i commi 1, 6, 7 e 8 dell’articolo 13 bis della legge regionale 20 del 2006. Adesso la legge modificata passa la vaglio della Prima commissione regionale e poi al voto del consiglio regionale. L’emendamento era stato proposto da quattro consiglieri regionali del Pd: Andrea Pieroni (indagato perché, secondo le accuse, in cambio della proposta di modifica della legge avrebbe ricevuto un sostegno per la campagna elettorale), Antonio Mazzeo e Enrico Sostegni e Alessandra Nardini (non indagati). Delle nuove disposizioni legislative si era parlato in commissione ambiente nel marzo 2020 «senza fare accenno alcuno all’emendamento», ricorda Paolo Marcheschi, allora consigliere regionale di Fratelli d’Italia. Poi il silenzio fino alla fine di maggio quando la legge è arrivata in aula con «la sorpresa» dell’emendamento fino «ad allora sconosciuto e non dibattuto».

Ma quali «problemi» avrebbe potuto risolvere la modifica della legge regionale? Sicuramente avrebbe sollevato l’impianto gestito da Aquarno dalle procedure per l’Aia, punto su cui il funzionario «scomodo» Alessandro Sanna non retrocedeva di un centimetro e che avrebbe comportato maggiori oneri e rischi per i gestori. Per rimuovere Sanna, si sarebbe attivata, a fianco dei conciatori, anche la sindaca Giulia Deidda. Poi c’è lo strano caso dell’ingegner Andrea Rafanelli. Da funzionario regionale dell’Ambiente, diffidò Aquarno e l’impianto di smaltimento Lerose. Pochi mesi dopo, per motivi personali, chiese un’aspettativa. Non la ottenne e così, poco più che 40enne, lasciò il posto fisso in Regione.