Il mondo senza umanità: "I bambini dimenticati sono la nostra sconfitta. Senza pace l’ora più buia"

Padre Enzo Fortunato fa appello alla coscienze e al sogno di Luther King "La Giornata Mondiale dedicata ai più piccoli segnale forte di Papa Francesco"

Padre Enzo fortunato

Padre Enzo fortunato

Quarta puntata con ’L’anno che verrà’, le interviste del nostro giornale ai personaggi più rappresentativi dei nostri territori, per provare a capire cosa ci aspetta in questo nuovo anno. Le prime tre puntate del nostro viaggio hanno avuto al centro la Toscana, con la rettrice della Scuola superiore di studi universitari e di perfezionamento Sant’Anna di Pisa, Sabina Nuti, cui hanno fatto seguito il professor Angelo Riccaboni, ordinario di Economia aziendale all’Università di Siena, di cui è stato rettore dal 2010 al 2016, e Bernardo Gozzini, amministratore unico del consorzio Lamma, Oggi si parla delle prospettive di questo 2024 con padre Enzo Fortunato, frate minore conventuale, giornalista e scrittore, volto notissimo della televisione e grande divulgatore del francescanesimo.

Perugia, 2 gennaio 2024 – C’è bisogno di umanità, tenerezza, pace in Medio Oriente. Seguendo il messaggio spirituale, universale e sempre attualissimo, di San Francesco d’Assisi. Così guarda all’anno che verrà Padre Enzo Fortunato, frate minore conventuale, giornalista e scrittore, volto notissimo della televisione e grande divulgatore del francescanesimo.

Padre Enzo, che anno ci lasciamo alle spalle?

"Un anno terribile. A livello politico con statisti che desiderano la corsa agli armamenti, la guerra e non la pace. A livello sociale per fenomeni che ci interrogano nel profondo, come il femminicidio e il senso di insicurezza generale e a livello umano per l’aggressività e l’impazienza. È il frutto di anni legati alla pandemia, alla crisi economica, bellica, climatica".

Come dovrà essere l’anno nuovo?

"Il 2024 ha bisogno di umanità. Papa Francesco ha indetto la Giornata Mondiale dei Bambini, credo sia un segnale fragile e insieme potentissimo. Perché i bambini sembrano la cosa più marginale che ci sia ma al tempo stesso questo appuntamento ha una potenza straordinaria perché induce a ripartire dai più piccoli, dal loro sguardo, dal loro tipo di relazione e condivisione".

Partendo da questo messaggio cosa dovrebbe fare il mondo e cosa ognuno di noi?

"Intanto il mondo dovrebbe affrontare con serietà le emergenze. Che al di là del dato drammatico rappresentano una grande opportunità per regalare il sogno di pace. Ricordiamo le parole di Martin Luther King, tutti noi abbiamo un sogno e dobbiamo riportarlo alla luce, mettere in atto l’atteggiamento della condivisione. Non è possibile che ci sia il 5% di ricchi e il 75% di poveri. E poi abbiamo un’altra opportunità: riscoprire la gentilezza. È la virtù che manca, lo dimostrano i fuorionda, quelli televisivi, certo, ma anche quelli dell’umanità. Bisogna ripartire da qui".

Qual è la parola che dovrà caratterizzare il 2024?

"Umanità, è la parola di cui abbiamo bisogno. Pensando anche che alla fine dell’anno Papa Francesco aprirà le porte del Giubileo e della speranza".

E invece la parola da eliminare?

"Indifferenza, non ci dovrebbe appartenere".

Ma come si può vivere oggi il messaggio di San Francesco, fatto di pace, umiltà, riconciliazione e dialogo?

"Ecco, oltre alle parole per il 2024 c’è bisogno di un nome: Francesco. Un nome concreto, che indica operativamente e con gesti la passione per la pace, l’amore per gli ultimi, i fragili, i poveri, il rispetto per il Creato. I giubilei francescani che ci attendono, le stimmate nel 2024, il Cantico delle Creature o dell’anniversario della morte, ci parlano di un Francesco innamorato. È lui che ci insegna a sporcarci le mani, a essere innamorati della vita, animati dalla passione. Io preferisco sbagliare animato dalla passione che essere indifferente animato dal non fare nulla".

Dov’è l’attualità del suo messaggio?

"Nel dramma di questo anno trascorso, con il presepe Francesco ci ha riportato in Terra Santa e non solo a Greccio: 800 anni fa disse “Betlemme è qui, non c’è bisogno di spargimento di sangue“. E lo dice anche oggi, in un’ora tragica con sangue innocente che scuote il mondo. Francesco lo ha sottolineato allora, Papa Francesco lo sottolinea oggi: finché non si risolve il conflitto medio-orientale è impossibile vivere la pace nel mondo".

È l’egoismo il vero pericolo della società?

"Egoismo e individualismo sono i due grandi veleni che stanno uccidendo l’uomo e che portano a vedere l’altro come oggetto e non come persona".

E si può contrastare con una visione di bene condiviso?

"Dobbiamo spogliarci dal peccato originale, dalla prima parola che impariamo da bambini, “mio“. Finché non lo facciamo difficilmente entreremo nel percorso comune della responsabilità e del prendersi cura".

Un augurio per il 2024?

"Tre parole: dall’eros all’agape, dall’agape alla caritas. Sono le tre sfaccettature dell’amore: carnale, di condivisione e di dono. Ecco, auguro a tutti di diventare un dono, un regalo per gli altri".