Il malore e poi la tragedia. A 19 anni ucciso da una scheggia di ceramica

Il giovane è morto dissanguato: si era appoggiato a un lavandino, che ha improvvisamente ceduto

Adelin Petro Bogasiu aveva 19 anni ed abitava con la famiglia a Bevagna

Adelin Petro Bogasiu aveva 19 anni ed abitava con la famiglia a Bevagna

Castiglione del Lago (Perugia), 13 luglio 2021 - Il lavandino del bagno si è spaccato e gli ha reciso la safena. Un dissanguamento rapido che non ha lasciato scampo al giovane umbro di appena 19 anni che con la famiglia stava trascorrendo una domenica sull’Isola Polvese, nel cuore del Lago Trasimeno. Intorno alle 17 – le prime testimonianze – Adelin Petro Bogasiu (di origini rumene ma residente a Bevagna) è entrato nel bagno pubblico accanto al bar sulla spiaggia e per via di un malore o di una tragica fatalità si è appoggiato al lavandino, o forse ha tentato di sedercisi, ma il sanitario non ha retto spaccandosi e ferendo il ragazzo alla parte posteriore della coscia.

«Sono entrato in quel bagno perché ho sentito le grida disperate di una donna, così l’ho visto – racconta a La Nazione un uomo che si è imbattuto nella tragedia –. Era a terra in un lago di sangue, ancora vivo e iniziava a perdere i sensi, accanto a lui c’era il lavandino rotto. Sono arrivate due ragazze, una di loro ha detto di essere una infermiera del 118, sapeva cosa fare. Abbiamo premuto con tutta la forza sulla ferita con gli asciugamani. Ho negli occhi quelle immagini e penso ai genitori che erano lì e hanno sperato che loro figlio si salvasse". E invece purtroppo così non è stato, Adelin Petro è morto in ospedale a Perugia nella notte di domenica, malgrado le trasfusioni di sangue e tutto l’impegno dei medici del Santa Maria della Misericordia. Il ragazzo era arrivato domenica ad Isola Polvese per una gita con mamma, papà e la sorellina. Il resto di questa sconvolgente vicenda è nella testimonianza di chi tra i primi è arrivato a soccorrerlo. "All’inizio non capivamo da dove arrivasse tutto quel sangue – prosegue il racconto del testimone - perché la ferita era dietro la coscia. E siamo rimasti con lui per tutto il tempo premendo sulla ferita in attesa dei soccorsi. Un’attesa che ci è sembrata infinita".

Sull’isola, oltre al gommone che ha trasportato i primi sanitari dalla terraferma, è arrivato anche l’elisoccorso ma i medici non hanno trasferito subito il 19enne: trasfusione direttamente sul posto, il fisico era già molto debilitato. La speranza si è spenta nella notte. A occuparsi del caso i carabinieri di Città della Pieve: messi i sigilli al bagno e accertamenti tecnici per le condizioni dei sanitari.