DI CIRO
Cronaca

I cereali, fonte di salute inesauribile. E il riso brillato un elisir anti colite

Al giorno d’oggi sono un alimento pazzesco: magiato a iosa, quello integrale regolarizza l’intestino

Al giorno d’oggi sono un alimento pazzesco: magiato a iosa, quello integrale regolarizza l’intestino

Al giorno d’oggi sono un alimento pazzesco: magiato a iosa, quello integrale regolarizza l’intestino

di Ciro Vestita I cerali, fonte di salute. Quando si parla di riso ci viene sempre in mente il riso piemontese con le sue tante varietà (vialone nano, carnaroli, acquerello e tanti altri, ignorando però che anche in Sicilia, prima dei piemontesi, i siciliani coltivavano un ottimo riso: il Leoncino. Ora fortunatamente riprodotto in larga scala. È chiamato leoncino dallo splendido colore rossastro dei suoi chicchi. In ogni caso, sui mercati mondiali a farla da padrone è da sempre la Cina con le sue immense distese immerse in acquitrini costruiti ai tempi di Kublai Khan. Stranamente, di riso, non ci parla mai Marco Polo nel suo libro di memorie, “il Milione“. Addirittura secondo alcuni storici Marco Polo in Cina non ci sarebbe mai stato. Il motivo? Semplice: egli descrive nel “Milione“ le tante meraviglie di quel mondo. L’acqua che brucia (il petrolio), la stoffa che brilla (la seta), montagne colorate (Parco di Danxia), ma mai una parola sulla più grande costruzione che l’uomo abbia realizzato sulla Terra: la Grande Muraglia Cinese, ciclopica struttura difensiva lunga ben 10mila chilometri, iniziata nel 200 Ac e terminata proprio nell’era di Marco Polo. Impossibile che il giovane veneziano, inviato, a suo dire, come esattore negli angoli più sperduti dell’impero dal Kublai Khan non abbia avuto notizia di questa meraviglia, e soprattutto non abbia ascoltato il grido di dolore dei milioni di contadini affamati da questa immensa opera. Questa muraglia infatti ha una caratteristica: la cementificazione dei mattoni veniva fatta con poltiglia di riso, una metodica che portò alla fame per secoli quei poveri disgraziati. Il riso infatti era l’unico sostentamento del popolo cinese e lo fu per secoli a venire per tutto l’Oriente, poiché altamente energetico. Si narra che i Vietcong vinsero la guerra contro gli Americani con due pugni di riso al giorno. Anche al giorno d’oggi il riso èun alimento pazzesco sia brillato che integrale. Il riso brillato o bianco oltre a dare piatti paradisiaci è una metodica eccellente per tutte le forme di colite e gastrite. Mettere a riposo l’intestino mangiando solo riso per tre giorni vuol dire regolarizzare l’alvo, combattere (soprattutto nei bambini) le forme diarroiche, eliminare la flatulenza, dando nel contempo molta energia. Il riso integrale si comporta all’opposto: è una arma micidiale contro la stipsi. Mangiare a iosa per un mese riso integrale vuol dire regolarizzare le funzioni intestinali. Per completare la pulizia del colon combattendo la stipsi si può alla sera mangiare due kiwi molto maturi, con un unico problema: spesso i kiwi dei mercati sono un po’ acerbi e ciò vanifica le loro proprietà lassative. Si può ovviare al problema tenendo per tre giorni i kiwi insieme a delle mele in un sacchetto di carta, al calduccio in cucina. Lentamente il gas naturale delle mele, l’etilene, porterà a maturazione i kiwi. Cereale completo come il riso è il farro di cui la Toscana è grande produttrice (in primis il Farro della Garfagnana). Questo cereale è nato molto prima del riso, ben 10mila anni fa (dal termine farro, poi, deriva la farina), e contiene più fibra e proteine del riso e soprattutto ha un potere saziante maggiore, molto adatto quindi a tutti i soggetti che si mettono a dieta ben sapendo che il fallimento di tante diete è dovuto alla fame nervosa dovuta alla forte sensazione di vuoto nello stomaco. Contiene inoltre una buona quantità di ottimo glutine. E finiamo il capitolo sui cereali parlando del miglio, cereale purtroppo ormai relegato a cibo per canarini. Il miglio fra tutti i cereali è quello più delicato, indicatissimo per tutti i soggetti che hanno gastrite o reflusso. Servirlo dopo una blanda cottura e condito con un filo di olio diventa un pasto leggero dalla altissima digeribilità, molto indicato per anziani e sportivi.